“I pittori imitano la
realtà
Gli artisti la
inventano”
Donato Di Poce
Il titolo
accattivante e
rivelatore, di questa mostra di Viterbo (Chiostro
longobardo) curata
da Mauro Rea, apre orizzonti e svela nuovi percorsi e
trame dell'arte
contemporanea che non vuole essere ingabbiata in
schemi e scuole,
tribù e conventicole. Tutti gli artisti presenti, sia
quelli più
famosi sia quelli meno conosciuti, esprimono la loro
unicità,
diversità e libertà creativa, con un unico
denominatore unico, la
socializzazione dell'arte.
Infatti il ricavato
delle vendite
dei lavori, sarà interamente devoluto a
un'Associazione Kiss
Against Cancer, che opera nel campo della ricerca
oncologica.
Il titolo allude,
ricorda e
ingloba e unifica altresì varie operazioni, movimenti
e personaggi
storici e di artisti di volta in volta definiti Art
Brut (Dubuffet),
Irregolari (Bianca Tosatti), Outsider, Maledetti, ma
anche
l'esperienza sovversiva e provocatoria della Street
Art (Banksy su
tutti e non solo) e dell'Arte Femminista.
Anche se per dovere
d'informazione
e onestà intellettuale bisogna ricordare che tutti
questi movimenti
e personaggi, prendono le mosse dalle esperienze
artistiche ed
estetiche di Van Gogh, Giacometti, Bacon, Nevelson, I
surrealisti
(Artaud su tutti), Poesia visiva, Fluxus, Mail Art,
Maria Lai, Carol
Rama, Dario Fo., e in campo letterario da Giordano
Bruno a
Campanella, ai Poeti Maledetti, da Campana a Pasolini
ad Alda Merini
e giovani autori come Casartelli, Daino, Vetrugno.
Un altro denominatore
comune a
tutte queste esperienze è quello di fare arte tra
dissenso e
socialità, fuori dagli schemi e dagli spazi rituali
delle élite
borghesi e del mercato dell'Arte, in una sorta di
rifiuto
dell'eco-capitalismo (intendendo con questa
definizione quel
capitalismo “idra” che ingloba, fagocita,
strumentalizza e
rimette in circolo qualsiasi esperienza di dissenso,
originalità e
utopia, mitizzando il giochino delle Avanguardie e Neo
e Post
Avanguardie, capace di estetizzare la politica,
ingabbiare e
vampirizzare ogni corpo vivo dell'arte, musealizzando
persino un
fenomeno di arte di strada come la Street Art).
Gli Artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI,
sembrano esaltare esperienze estetiche relazionali e
microattività
individuali/collettive, che tentano di produrre
libertà, creando
dispositivi artistici di deflagrazione creativa,
radicalizzando
l'aspetto eversivo e sovversivo dell'arte, in una
sorta di
poetizzazione sociale, esplorando visioni e desideri
selvaggi,
inconsci e imprevedibili.
Gli Artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI,
sembrano obbedire all'ingiunzione di Foucault: “fare
della
propria vita un'opera d'arte” e all'illuminazione di
Rimbaud:
“la
sregolazione
di tutti i sensi”,
e
aggiungerei l'utilizzo di tutte le praxis creAttive di
socializzazione dei tanti “Io” creativi di quella che
possiamo
definire una dimensione utopica-molecolare-sovversiva
dell'Arte e
la messa in atto di una vera e propria disobbedienza
estetica, capace
di opporre ai monopoli espositivi e multimediali:
- Nebulose artistiche
in Rete
- Costellazioni
poetiche liberate
- Universi di valori
alternativi
- Nidi di Creattività
- Coaguli di
esperienze
socializzanti.
Oltre i muri
dell'invisibilità:
Gli Artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI,
ingaggiano una lotta contro i muri
dell'invisibilità/inesistenza
attraverso varie forme quali:
- Anonimato o la
visibilità
dell'invisibile (Banksy: tutti mi conoscono ma nessuna
sa chi
sono))
- Autocensura
espositiva (creo ma
non espongo)
- Dissolvimento
Creativo (non creo
più, divento un ex artista)
- Nomadismo
estetico/esistenziale mi sposto, cambio nome, identità
luoghi e territori estetici)
- Ecosofia (pratico
il concetto di
Guattari che implica la composizione di tre ecologie:
Ambientale,
Sociale, Mentale)
- Terrorismo Estetico
(faccio
scandalo, attuo provocazioni, pratico eresie).
Contro la bellezza
classica:
Gli Artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI,
praticano un'arte trasgressiva e anti-canone, non sono
mai monotoni
come l'Arte Classica che risponde al solo canone della
bellezza. La
loro arte, è portatrice di nuovi canoni pieni di vita,
di passione,
di realtà e umanità. L'artista Eretico/Irregolare, è
un fenomeno
estetico e sociale che disintegra i giochi di potere e
omologazione.
Il suo fine non è l'affermazione dell'individuo, ma il
riconoscimento e la socializzazione della sua
individualità.
Gli Artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI,
sono dei terroristi estetici dotati di due principali
caratteristiche: la critica sociale e l'originalità
estetica. Gli
artisti affermati e omologati al sistema, tendono a
considerare gli
artisti Irregolari dei falliti o dei piccoli geni
minori e
incompiuti. In realtà gli artisti Irregolari sono
geniali proprio
nella loro essenza/assenza disordinata, nella loro
follia visionaria
e creativa. Ma se gli artisti omologati ottengono la
fama e il
successo, gli artisti irregolari ottengono
l'immortalità del mito
e la reputazione della genialità.
Solo negli artisti
irregolari le
opere sopravvivono ai loro autori, la loro dannazione
esistenziale,
diventa una corona di bellezza futura, perché pensa
come un Dio
dell'impossibilità, ma agisce come un Poeta
collettivo.
L'Arte
Eretica/I(r)regolare è
arte della disperazione e del sogno, dell'audacia e
della follia
visionaria. Uno dei maestri dell'arte
Eretica/I(r)regolare è stato
A. Artaud (coltissimo e dannato), un altro grande è
stato Ligabue
(naif e dannato), entrambi prima espulsi e respinti
dal sistema
dell'arte (collezionisti, gallerie, critici media),
poi osannati e
glorificati.
La grande differenza
tra il
sistema dell'arte e gli Artisti ERETICI/I(R)REGOLARI,
è che il
primo idealizza l'oggetto, il manufatto e l'artista
(tutto viene
mercificato), invece i secondi, idealizzano e cercano
incessantemente
l'idea, l'emozione un sistema di valori, emozioni,
l'azione e
l' immaginazione. Il primo è razionale e
programmatico, il secondo
è istintivo e inconscio, il primo cerca di ridurre
l'Arte a valore
oggettivo ed economico, il secondo cerca la verità
dell'istante e
dell'emozione, i valori umani e universali.
Purtroppo oggi sembra
prevalere la
teoria che la civiltà vada di pari passo con il
progresso
tecnologico e questa teoria ha influenzato troppi
artisti che tendono
all'omologazione non solo teorica ma anche
tecnologica. I loro
quadri sono seriali, sono specchio di questa civiltà,
scambiando la
materia per innovazione, mentre gli artisti,
ERETICI/I(R)REGOLARI
creano persino con la spazzatura, i trucioli, gli
avanzi e gli scarti
della civiltà tecnologica.
La costruzione
dell'umano:
L'Arte senza umanità
e vuota e
sterile, un vuoto esercizio didattico di stili e di
tecniche, invece
l'arte
ERETICA/I(R)REGOLARE,
ha un solo
vero obiettivo, costruire l'umanità, realizzare ponti
tra culture
diverse, tra sé e il mondo. Pur nella sua fragilità,
quest'arte
si distingue in tre tipi di genialità:
1) Genialità pura e
creativa
2) Genialità
Immortale
3) Genialità inutile
e
autodistruttiva.
Paradossalmente gli
artisti più
grandi e tormentati, hanno in loro il terzo tipo di
genialità,
quella inutile e autodistruttiva. Non avendo il
coraggio di
distruggere le loro opere, distruggono sé stessi. E'
il tipo di
artista folle, melanconico, arguto e autodistruttivo,
mai appagato
del suo lavoro, sempre alla ricerca del nuovo e
dell'unico,
dell'impossibile. L'orgoglio e la consapevolezza, sono
i loro
demoni creativi-autodistruttivi.
L'Artista
Eretico/I(r)regolare,
è vittima della sua sensibilità, immaginazione, humor
dissacratorio
e della sua umiltà. La sola via di salvezza è l'AGIRE.
Lui sa che
solo l'Azione combatte la sua depressione e lo aiuta a
cambiare il
modo. Involontariamente, nonostante la diversità di
forme e colori,
idee e materiali, hanno tutti lo stesso soggetto, e
realizzano un
solo quadro, “la tragedia della loro vita”.
Ci sono tre tipi di
artisti:
1) Artisti di realtà
2) Artisti di memoria
3) Artisti
d'Immaginazione
E poi ci sono dei
Geni, capaci di
percorrere strade nuove, impervie, difficili, dolorose
ma che
permettono di fondere e contaminare i tre generi, sono
gli artisti
ERETICI/I(R)REGOLARI.
Un artista e un
falegname, non
vedono lo stesso chiodo. Il falegname lo vede e lo usa
per assemblare
travi, costruire cattedrali, mentre l'artista lo usa
per
conficcarlo nelle carni dell'umanità putrida, nel
cuore nero della
sua creazione.
Il cammino della
bellezza è
lastricato di errori, imperfezioni, inesattezze, ma
mentre l'artista
ordinario è un direttore d'orchestra della bellezza
classica,
L'Artista Eretico/I(r)regolare, è lo strumento che
stona, la nota
che manca, la corda che stride e il tamburo che batte
il tempo della
sua follia creatrice. Alla fine restano solo macerie,
ma in quelle
macerie si trovano universi e galassie di nuova
bellezza, tra quei
frammenti sparsi e scomposti si sprigiona il profumo
della libertà e
dell'immortalità.
Artisti invitati:
Marilena Abbondanza, Nino Barone, Giuseppe Rinaldi
Basili, Franco
Bianchi Poteca, Corrado Bonomi, Alberto Casiraghi,
Sonia De Michele,
Carmine Di Pietro, Donato Di Poce, Carlo D'Orta, Guida
Fedeli, Gretel
Fher, Alberto Gallingani, Andrea Iran, Renato Marini,
Gian Ruggero
Manzoni, Franco Marrocco, Nanni Menetti, Gabi Minedi,
Ignazio
Monteleone, Stefano W. Papini, Giovanni Pedullà,
Franco Rea, Mauro
Rea, Zan Re, Massimo Romani, Leonardo Santoli,
Gianfranco Sergio,
Mario Serra, Sonia Talarico, Marco Terroni Grifola,
Francesco Tadini,
Mauro Tersigni, Irene Zancheri.
Milano, 15/07/2023
***
ERETICI
&
I(R)REGOLARI
a
Mauro Rea
Irregolari
come
le foglie gialle sugli alberi
E
i funghi
nascosti nell'erba.
Irregolari
come
le api innamorate
Che
ronzano
intorno ai fiori.
Irregolari
come
comete
Che
indicano la
via dell'infinito.
Irregolari
come
scintille di fuoco
Che
accendono
altri fuochi.
Irregolari
come
parole nuove
Nascoste
nei
silenzi scritti dei poeti.
Irregolari
come
pazzi innamorati della vita
Senza
sapere
cosa sarà la vita.
Irregolari
come
poeti eretici
Che
accendono
la notte con un respiro.
Irregolari
come
lacrime clandestine
Che
inondano il
Mediterraneo.
Irregolari
come
eretici
Che
scrivono
l'indicibile.
Irregolari
come
artisti
Che
creano
visioni mai viste.
Irregolari
che
cercano e trovano la bellezza
Nell'abbraccio
solidale
del mondo.
Irregolari
come
uomini che regalano un sorriso
Attraversando
il
male di vivere.
Donato
Di
Poce
Milano
17/09/2023
LA
MOSTRA:
DOVE
7
al 20 ottobre
presso il Chiostro
Longobardo della Chiesa di Santa Maria Nuova a Viterbo.
Fig. 1 – Mauro Rea e Donato Di Poce
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 2 – Il Catalogo della Mostra
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 3 – Donato Di Poce, Mauro Rea e Marta Schirripa
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 4 – Mauro Rea
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 5 – Opere esposte al Chiostro Longobardo
della Chiesa di Santa Maria Nuova a Viterbo
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 6 – Opere di Irene Zangheri, Giovanni Pedullà
Ignazio Moteleone e Gianni Cella
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 7 – Opere di Gretel Fehr, Franco Rea
Donato Di Poce e Gian Ruggero Manzoni
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
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