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Introduzione
Nato
nel
1984 in Quebec, Canada, e costituitosi come
associazione nel 1985 in Portogallo, in
continuità con i principi espressi dalla Tavola
Rotonda di Santiago del Cile del 1972 ,
il Movimento Internazionale per una Nuova
Museologia (MINOM) nasce con l'obiettivo di
estendere la funzione dei musei oltre «le sue
tradizionali attribuzioni di identificazione,
conservazione ed educazione, a un insieme più
ampio di pratiche sociali […] per lo sviluppo
delle popolazioni:
pratiche
che riflettano i principi guida della loro
evoluzione associandoli a progetti per il
futuro» .
Con
questo
obiettivo, MINOM ha avuto una progressiva e
regolare diffusione principalmente nel sud
globale, nel tentativo di rompere
con l'egemonia della Museologia dell'emisfero
settentrionale .
In questo articolo, tuttavia, sosteniamo come
la dicotomia nord-sud sia una condizione non
solo geografica, ma soprattutto sociale, da
affrontare a largo raggio nei vari contesti
del mondo, dove condizioni di esclusione,
privazione ed emarginazione esistono, a
prescindere dall'emisfero in cui emergono.
A
40 anni dalla Dichiarazione del Quebec ,
dopo l'approvazione della nuova definizione di
musei alla Conferenza Internazionale ICOM di
Praga del 2022, e oggetto della Giornata
Internazionale dei Musei 2023 Musei,
Sostenibilità
e Benessere,
alla luce delle attuali sfide che le società
in generale stanno affrontando, nel 2024, il
Movimento Internazionale per una Nuova
Museologia (MINOM) si riunisce nel Sud Italia,
precisamente in Sicilia – a Catania e dintorni
– ed è l'occasione per alimentare una nuova
ampia riflessione sulla funzione sociale dei
musei nei vari contesti del globo.
In
particolare,
questo articolo mette in evidenza le
potenzialità legate allo scambio di esperienze
tra contesti in cui emergono varie forme di
museologie insorgenti – i.e., pratiche di
relazione con la memoria che emergono dal
basso – e il ruolo che queste possono avere
nell’alimentare processi di consapevolezza e
azione nel presente.
-
Perché
la Sicilia per MINOM 2024: le ragioni di
una scelta
L'idea
di
ospitare il MINOM in Sicilia (IT) è nata dopo
una prima serie di iniziative volte a creare
connessioni transnazionali e transdisciplinari
incentrate sul ruolo trasformativo che non solo
i musei ma, più in generale, le pratiche di
museologia insorgenti (come ecomusei e musei
comunitari )
possono contribuire ad affrontare le pressanti
questioni
sociali per vari gruppi sociali esclusi e
sottorappresentati, con approccio
emancipatorio .
La
scelta
di ospitare MINOM 2024 in una regione
meridionale all'interno del cosiddetto nord
globale
– la Sicilia – mira a sottolineare, ed
esplorare concretamente, le possibilità di
reazione a condizioni di esclusione,
privazione ed emarginazione, nella ricerca di
una prospettiva
meridiana,
e di quelle pratiche insorgenti che possano
avere un impatto sulle dinamiche di potere, in
alcuni casi aprendo alcune brecce di
opportunità all’interno delle istituzioni
pubbliche .
Facendo
riferimento
all'espressione di sulear
di Márcio d'Olne Campos, che richiama
l'espressione del riorientamento da una
prospettiva meridionale, questo convegno
intende quindi discutere se e come i musei –
in alleanza con altri attori sociali –, e la
museologia – in alleanza con altri ambiti
disciplinari, con attenzione alla
pianificazione del territorio
– possono contribuire a ribaltare diverse
forme di subalternità.
Come
nell'opera
América
Invertida
di Joaquín Torres García, autore del manifesto La
escuela
del Sur
(La Scuola del Sud) del 1943, ci proponiamo di
raccogliere la sfida della reazione alle
dinamiche dominanti del pensiero mainstream,
favorendo pratiche di pensiero critico e di
emancipazione .
MINOM
2024
è
un'occasione per
riflettere
sulle disparità, ancora esistenti, tra nord e
sud, nonché sulle diseguaglianze sociali ovunque
emergano e in qualunque forma si esprimano.
Questo
ha
una particolare significatività per il
contesto in cui MINOM 2024 si svolge. In
Sicilia, infatti, permangono ancora gli echi
della cosiddetta Questione Meridionale,
nonostante anni di importanti investimenti statali
attraverso la Cassa del Mezzogiorno che dovevano
creare le condizioni per un equilibrio
nazionale, e altre politiche più recenti nel
quadro della coesione territoriale dell'UE.
Accanto
alle
criticità socio-economiche ancora allarmanti, la
povertà culturale è un tema chiave per l'isola
siciliana. Qui, secondo l'ISTAT 2018, l'80%
della popolazione non visita i musei, il 70% non
legge libri e il 55% non va nemmeno al cinema
(per non parlare dei teatri ).
Anche
con un leggero miglioramento negli ultimi anni,
il quadro appare ancora critico .
Questo
si
associa ad altri problemi, come l'abbandono
scolastico. La Sicilia ha il più alto indice nazionale
di
povertà educativa d'Italia, seguita da Calabria
e Campania .
Una condizione che, unita alla mancanza di
opportunità, all'aumento dei tassi di povertà e
all'uso della violenza, genera una situazione di
grande allarme per il futuro dei bambini in
condizioni di fragilità .
-
Catania,
il Monastero dei Benedettini e il
quartiere Antico Corso
Catania
è
una città di circa 300.000 abitanti, alle
pendici dell'Etna ,
il vulcano attivo più alto d'Europa e il suo
centro storico tardo barocco costituisce parte
dell’inestimabile patrimonio UNESCO .
Al di là del suo stupefacente patrimonio, il
tessuto socio-economico offre sotto traccia un
esempio di quanto sopra citato: alti livelli di
abbandono scolastico e di devianza giovanile,
con un tasso significativo nel centro storico,
non solo nelle periferie. È significativo che
Catania sia l'unica città in Italia dove in una
ventina di km2
sono presenti due istituti penitenziari minorili
.
Le dinamiche mafiose riescono a condizionare
profondamente lo sviluppo locale, perché
riescono a limitare “a monte” «l’espressione
delle potenzialità umane e sociali» .
La criminalità organizzata si insinua
“silenziosamente” nei vuoti lasciati nei
quartieri maggiormente fragili dal punto di
vista socio-economico ,
che a Catania non sono solo quartieri
periferici.
Nel
capoluogo
etneo un adolescente su quattro non rispetta gli
obblighi scolastici e formativi. Questo dato
imporrebbe una serie di riflessioni da parte
degli enti pubblici sulle politiche di
co-progettazione attente, nelle aree più
fragili, sia allo sviluppo locale sia ai bisogni
degli abitanti .
Secondo Save the Children (2022), la dispersione
scolastica siciliana mostra i dati più elevati
in Italia (il 21,1%); i dati raccolti da Save
the Children mostrano che nei territori in cui
la povertà minorile è superiore ad altre aree,
la scuola è maggiormente priva del tempo pieno,
delle palestre e delle mense .
Devianza giovanile e povertà educativa nel
contesto etneo sono fortemente intrecciate,
soprattutto nelle aree soggette al controllo
della criminalità organizzata .
I
dati raccolti nel 2022 dall’ISTAT (pubblicati
nel 2023) relativamente al Benessere Equo e
Sostenibile (BES) mostrano che «in nessun caso i
livelli di partecipazione sono tornati a quelli
pre-pandemici. Particolarmente critica appare la
situazione del Mezzogiorno, dove aumenta
ulteriormente la quota di coloro che vivono in
famiglie a bassa intensità lavorativa (da 17,3%
a 20,6%). Anche la grande difficoltà ad arrivare
a fine mese è più sentita nel Mezzogiorno […] e
in aumento rispetto al 2019» .
Pertanto, il livello di povertà educativa oggi
sarà più elevato rispetto al passato e le
barriere di accesso
alle attività di educazione al patrimonio
saranno proporzionalmente aumentate.
In
questo
contesto, il Monastero dei Benedettini (che dal
2002 ricade in area UNESCO )
– che è la sede per il MINOM 2024 – è un campus
universitario e si trova in un quartiere con
poche strutture culturali e servizi sociali per
i giovani. Il quartiere si chiama Antico Corso e
già nel Settecento, all'epoca della
ricostruzione del complesso monumentale
benedettino, era uno dei più poveri della città.
La ricostruzione settecentesca del Monastero
spostò solo più a ovest la zona socialmente più
degradata; ma ancora oggi nulla è cambiato da
questo punto di vista e per questi motivi ora è
difficile impegnarsi in iniziative culturali
che abbiano
immediate
ricadute positive sul quartiere .
Inoltre
la
recente chiusura di tre ospedali del quartiere
non ha previsto la sostituzione di tali
strutture con altri centri sanitari e servizi
sociali per sostenere e soddisfare le esigenze
dei residenti. Diverse attività economiche
legate all’indotto degli ospedali hanno dovuto
chiudere i battenti e attualmente una larga
fetta dei residenti dell’Antico Corso risulta
disoccupata. La criminalità organizzata avrà
naturalmente approfittato di questo vuoto.
Le
barriere
che ostacolano la visita al Monastero da parte
degli abitanti del quartiere sono
prevalentemente quelle socio-culturali. Il
livello estremamente basso di istruzione dei
residenti del quartiere Antico Corso appare da
un sondaggio condotto nel 2018 ,
su un campione di 100 persone residenti nel
quartiere. Da tale sondaggio emerge che solo il
12% dei residenti ha acquisito un titolo di
studio di scuola secondaria superiore, il 41%
(classe più numerosa) ha invece acquisito quello
di scuola media inferiore. Significativo che
meno della metà dei residenti ritenga che
l’accesso al Monastero dei benedettini sia a
pagamento e che per accedervi sia necessario
essere laureati, oppure rientrare nelle
categorie di dipendenti pubblici e turisti ed
essere dotati di un permesso .
La
partecipazione
culturale è noto che aumenti proporzionalmente
all'aumentare del titolo di studio posseduto.
Nel caso dell’Antico Corso, dove la
partecipazione è praticamente inesistente, è
evidente quindi che il basso livello di
istruzione dei residenti possa
davvero avere inficiato la loro partecipazione
ad eventi di carattere culturale .
A riprova di quanto precedentemente affermato,
molti dei residenti non solo non sono mai
entrati nel Monastero, ma non associano il suo
nome al luogo (non ne conoscono il nome
corretto).
La
cultura
intesa come fonte di benefici per la salute e il
benessere, la coesione sociale, l’innovazione e
lo sviluppo, rientra fra gli indicatori che
UNESCO ha individuato per la redazione di
progetti culturali da sviluppare ,
nell’ottica anche di uno sviluppo sostenibile.
Per la concretizzazione di tali progetti il
coinvolgimento delle comunità e del territorio è
essenziale, ma ancora una larga parte degli
abitanti del quartiere Antico Corso (e dei
catanesi) è esclusa da tale coinvolgimento.
Esistono
diverse
organizzazioni locali con sede nel quartiere
(es: Officine Culturali, Comitato Popolare
Antico Corso, ecc.) che da anni lavorano
per creare condizioni alternative .
In continuità con il loro lavoro, riteniamo
che la museologia sociale possa giocare un
ruolo chiave per immaginare futuri possibili
per questo e altri quartieri che affrontano
problematiche simili. Per questo motivo
consideriamo l’occasione del convegno MINOM
2024 preziosa al fine di innescare nuovi
processi nel campo del rapporto tra passato e
presente.
-
Qual
è il possibile ruolo della museologia
sociale per invertire la rotta
dell’esclusione? Alcune osservazioni
finali
Catania
accoglie
il dibattito che si svolge nell’ambito del MINOM
per riflettere su come «invertire le museologie
nel sud(s)» attraverso «alleanze
transdisciplinari per società più giuste» ,
tentando di promuovere modalità di lavoro non
gerarchiche e inclusive: aprendo,
cioè,
le porte del dibattito a diverse espressioni
dei movimenti sociali locali e internazionali
che operano in tal senso.
Ospitare
MINOM
2024 nel contesto catanese è, quindi,
un'opportunità per discutere delle sfide
brevemente discusse nei precedenti paragrafi,
che emergono qui come in altri contesti,
mettendo in discussione il ruolo dei musei
nelle città, nonché delle pratiche insorgenti,
da qualsiasi prospettiva disciplinare le si
guardi (museologia, pianificazione urbana, ma
anche antropologia, geografia, ecologia,
ecc.).
Questo
pone
un’enfasi su come i soggetti che operano
attivamente sul territorio possano essere
intesi come catalizzatori del cambiamento
sociale. Ad essi andrebbe dunque riconosciuto
tale ruolo chiave e le politiche pubbliche
andrebbero ripensate per rafforzare la
possibilità di rendere i musei come luoghi di
una crescita civica, inclusiva ed
emancipatrice.
Le
possibilità
di azione in questa direzione sono molteplici.
In primo luogo, si tratta di consentire uno
scambio costruttivo e reciproco tra le
pratiche che emergono dal basso e le politiche
pubbliche .
Questo significa dare spazio e dignità
istituzionale a quelle realtà – espressione di
un fermento che nasce dal basso – che si
pongono in atteggiamento critico, dialogico e
riflessivo con le diverse eredità del passato,
tenendo conto delle istanze e potenzialità
trasformative di tali gruppi e/o
organizzazioni (comitati, associazioni,
cooperative, imprese sociali, ecomusei, musei
comunitari, ecc.), nel momento in cui si
mettono a fuoco le strategie di lettura e
valorizzazione della memoria collettiva di una
città.
Tuttavia,
tale
scambio non andrebbe inteso come una mera
delega di responsabilità da parte del settore
pubblico alle diverse e variegate espressioni
del terzo settore. Tali espressioni, con
riferimento al contesto italiano in
particolare, da diversi anni vengono spesso
intese come “sostitute” nel sobbarcarsi
l’onere di proporre strategie socialmente
innovative per far fronte ai bisogni delle
persone, specialmente nei quartieri più
svantaggiati. Al contrario, sembra utile
ragionare su come le varie espressioni di
museologie sociali e insorgenti possano
integrarsi con le forme di museologia più
consolidate dentro le istituzioni pubbliche
per generare processi innovativi
strutturalmente radicati all’interno di esse,
in una prospettiva di innovazione pubblica .
Infine,
si
tratta di consentire possibilità di esistenza
e sostenibilità nel lungo termine di tali
realtà che, senza le adeguate condizioni a
contorno, faticano a condurre percorsi di
lavoro culturale capaci di produrre
cambiamenti strutturali e sistemici .
MINOM
2024
rappresenta uno spazio aperto di riflessione
in tal senso che, mettendo in relazione
conoscenze accademiche e saperi che emergono
dalle pratiche dal basso, auspichiamo possa
individuare percorsi di senso per nuove
museologie capaci di andare oltre la strada
tracciata nel ‘900, nel Meridione d’Italia e
in altri contesti meridiani.
NOTE
BIBLIOGRAFIA
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2018
Grazia
FICHERA,
Il paradosso del
centro storico di Catania. Indagine esplorativa
tra patrimonio artistico epovertà educativa,
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SANDELL
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Richard
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Misurarsi con la
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in Quando la
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a cura di Simona Bodo, Maria Rita Cifarelli, Roma,
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SANTAGATI
2021
Federica
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(2021), Il
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pubblico, comunicazione,
in “Bollettino
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dell'Arte”,
14 Febbraio 2021, n. 905
<https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00905.html>
Sitografia
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Cooperation
Charter
<https://sites.google.com/view/drops-platform/cooperation/italy-brasil-cooperation>
(Visitato
in
data 04/12/2023)
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di casa. I racconti del quartiere,
a cura di Officine
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http://www.zammumultimedia.it/unni-stai-di-casa-i-racconti-del-quartiere.htm.
(Visitato
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(Visitato
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data 04/12/2023)
UNESCO lista
<https://whc.unesco.org/en/list/1024>
(Visitato
in
data 04/12/2023)
Videografia
Speciale
Tg1
RAI, Sotto
il Vulcano
di Alessandro Gaeta (25 giugno 2023),
<https://www.raiplay.it/video/2023/06/Speciale-Tg1-Sotto-il-vulcano-la-criminalita-minorile-fa-paura-8d16e348-b796-43e9-9b64-cfa22dbd93f0.html>
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