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Una riflessione sul Movimento Internazionale per una Nuova Museologia (MINOM) e sulle sue potenzialità d'azione nei contesti fragili del Meridione d'Italia 1  

FEDERICA MARIA CHIARA SANTAGATI, GIUSY PAPPALARDO, MANUELINA MARIA DUARTE CÂNDIDO
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 17 Dicembre 2023, n. 947
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00947.html
Articolo presentato il 24 Novembre 2023, approvato il 4 Dicembre 2023 e pubblicato il 17 Dicembre 2023
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Area Musei
  1. Introduzione

Nato nel 1984 in Quebec, Canada, e costituitosi come associazione nel 1985 in Portogallo, in continuità con i principi espressi dalla Tavola Rotonda di Santiago del Cile del 1972 2, il Movimento Internazionale per una Nuova Museologia (MINOM) nasce con l'obiettivo di estendere la funzione dei musei oltre «le sue tradizionali attribuzioni di identificazione, conservazione ed educazione, a un insieme più ampio di pratiche sociali […] per lo sviluppo delle popolazioni: pratiche che riflettano i principi guida della loro evoluzione associandoli a progetti per il futuro» 3.

Con questo obiettivo, MINOM ha avuto una progressiva e regolare diffusione principalmente nel sud globale, nel tentativo di rompere con l'egemonia della Museologia dell'emisfero settentrionale 4. In questo articolo, tuttavia, sosteniamo come la dicotomia nord-sud sia una condizione non solo geografica, ma soprattutto sociale, da affrontare a largo raggio nei vari contesti del mondo, dove condizioni di esclusione, privazione ed emarginazione esistono, a prescindere dall'emisfero in cui emergono.

A 40 anni dalla Dichiarazione del Quebec 5, dopo l'approvazione della nuova definizione di musei alla Conferenza Internazionale ICOM di Praga del 2022, e oggetto della Giornata Internazionale dei Musei 2023 Musei, Sostenibilità e Benessere, alla luce delle attuali sfide che le società in generale stanno affrontando, nel 2024, il Movimento Internazionale per una Nuova Museologia (MINOM) si riunisce nel Sud Italia, precisamente in Sicilia – a Catania e dintorni – ed è l'occasione per alimentare una nuova ampia riflessione sulla funzione sociale dei musei nei vari contesti del globo.

In particolare, questo articolo mette in evidenza le potenzialità legate allo scambio di esperienze tra contesti in cui emergono varie forme di museologie insorgenti – i.e., pratiche di relazione con la memoria che emergono dal basso – e il ruolo che queste possono avere nell’alimentare processi di consapevolezza e azione nel presente.


  1. Perché la Sicilia per MINOM 2024: le ragioni di una scelta

L'idea di ospitare il MINOM in Sicilia (IT) è nata dopo una prima serie di iniziative volte a creare connessioni transnazionali e transdisciplinari 6 incentrate sul ruolo trasformativo che non solo i musei ma, più in generale, le pratiche di museologia insorgenti (come ecomusei e musei comunitari 7) possono contribuire ad affrontare le pressanti questioni sociali per vari gruppi sociali esclusi e sottorappresentati, con approccio emancipatorio 8.

La scelta di ospitare MINOM 2024 in una regione meridionale all'interno del cosiddetto nord globale 9 – la Sicilia – mira a sottolineare, ed esplorare concretamente, le possibilità di reazione a condizioni di esclusione, privazione ed emarginazione, nella ricerca di una prospettiva meridiana, e di quelle pratiche insorgenti che possano avere un impatto sulle dinamiche di potere, in alcuni casi aprendo alcune brecce di opportunità all’interno delle istituzioni pubbliche 10.

Facendo riferimento all'espressione di sulear di Márcio d'Olne Campos, che richiama l'espressione del riorientamento da una prospettiva meridionale, questo convegno intende quindi discutere se e come i musei – in alleanza con altri attori sociali –, e la museologia – in alleanza con altri ambiti disciplinari, con attenzione alla pianificazione del territorio 11 – possono contribuire a ribaltare diverse forme di subalternità.

Come nell'opera América Invertida di Joaquín Torres García, autore del manifesto La escuela del Sur (La Scuola del Sud) del 1943, ci proponiamo di raccogliere la sfida della reazione alle dinamiche dominanti del pensiero mainstream, favorendo pratiche di pensiero critico e di emancipazione 12.

MINOM 2024 è un'occasione per riflettere sulle disparità, ancora esistenti, tra nord e sud, nonché sulle diseguaglianze sociali ovunque emergano e in qualunque forma si esprimano.

Questo ha una particolare significatività per il contesto in cui MINOM 2024 si svolge. In Sicilia, infatti, permangono ancora gli echi della cosiddetta Questione Meridionale, nonostante anni di importanti investimenti statali 13 attraverso la Cassa del Mezzogiorno che dovevano creare le condizioni per un equilibrio nazionale, e altre politiche più recenti nel quadro della coesione territoriale dell'UE.

Accanto alle criticità socio-economiche ancora allarmanti, la povertà culturale è un tema chiave per l'isola siciliana. Qui, secondo l'ISTAT 2018, l'80% della popolazione non visita i musei, il 70% non legge libri e il 55% non va nemmeno al cinema (per non parlare dei teatri 14). Anche con un leggero miglioramento negli ultimi anni, il quadro appare ancora critico 15.

Questo si associa ad altri problemi, come l'abbandono scolastico. La Sicilia ha il più alto indice nazionale di povertà educativa d'Italia, seguita da Calabria e Campania 16. Una condizione che, unita alla mancanza di opportunità, all'aumento dei tassi di povertà e all'uso della violenza, genera una situazione di grande allarme per il futuro dei bambini in condizioni di fragilità 17.


  1. Catania, il Monastero dei Benedettini e il quartiere Antico Corso

Catania è una città di circa 300.000 abitanti, alle pendici dell'Etna 18, il vulcano attivo più alto d'Europa e il suo centro storico tardo barocco costituisce parte dell’inestimabile patrimonio UNESCO 19. Al di là del suo stupefacente patrimonio, il tessuto socio-economico offre sotto traccia un esempio di quanto sopra citato: alti livelli di abbandono scolastico e di devianza giovanile, con un tasso significativo nel centro storico, non solo nelle periferie. È significativo che Catania sia l'unica città in Italia dove in una ventina di km2 sono presenti due istituti penitenziari minorili 20. Le dinamiche mafiose riescono a condizionare profondamente lo sviluppo locale, perché riescono a limitare “a monte” «l’espressione delle potenzialità umane e sociali» 21. La criminalità organizzata si insinua “silenziosamente” nei vuoti lasciati nei quartieri maggiormente fragili dal punto di vista socio-economico 22, che a Catania non sono solo quartieri periferici.

Nel capoluogo etneo un adolescente su quattro non rispetta gli obblighi scolastici e formativi. Questo dato imporrebbe una serie di riflessioni da parte degli enti pubblici sulle politiche di co-progettazione attente, nelle aree più fragili, sia allo sviluppo locale sia ai bisogni degli abitanti 23. Secondo Save the Children (2022), la dispersione scolastica siciliana mostra i dati più elevati in Italia (il 21,1%); i dati raccolti da Save the Children mostrano che nei territori in cui la povertà minorile è superiore ad altre aree, la scuola è maggiormente priva del tempo pieno, delle palestre e delle mense 24. Devianza giovanile e povertà educativa nel contesto etneo sono fortemente intrecciate, soprattutto nelle aree soggette al controllo della criminalità organizzata 25.

I dati raccolti nel 2022 dall’ISTAT (pubblicati nel 2023) relativamente al Benessere Equo e Sostenibile (BES) mostrano che «in nessun caso i livelli di partecipazione sono tornati a quelli pre-pandemici. Particolarmente critica appare la situazione del Mezzogiorno, dove aumenta ulteriormente la quota di coloro che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (da 17,3% a 20,6%). Anche la grande difficoltà ad arrivare a fine mese è più sentita nel Mezzogiorno […] e in aumento rispetto al 2019» 26. Pertanto, il livello di povertà educativa oggi sarà più elevato rispetto al passato e le barriere di accesso 27 alle attività di educazione al patrimonio saranno proporzionalmente aumentate.


In questo contesto, il Monastero dei Benedettini (che dal 2002 ricade in area UNESCO 28) – che è la sede per il MINOM 2024 – è un campus universitario e si trova in un quartiere con poche strutture culturali e servizi sociali per i giovani. Il quartiere si chiama Antico Corso e già nel Settecento, all'epoca della ricostruzione del complesso monumentale benedettino, era uno dei più poveri della città. La ricostruzione settecentesca del Monastero spostò solo più a ovest la zona socialmente più degradata; ma ancora oggi nulla è cambiato da questo punto di vista e per questi motivi ora è difficile impegnarsi in iniziative culturali che abbiano immediate ricadute positive sul quartiere 29.

Inoltre la recente chiusura di tre ospedali del quartiere non ha previsto la sostituzione di tali strutture con altri centri sanitari e servizi sociali per sostenere e soddisfare le esigenze dei residenti. Diverse attività economiche legate all’indotto degli ospedali hanno dovuto chiudere i battenti e attualmente una larga fetta dei residenti dell’Antico Corso risulta disoccupata. La criminalità organizzata avrà naturalmente approfittato di questo vuoto.

Le barriere che ostacolano la visita al Monastero da parte degli abitanti del quartiere sono prevalentemente quelle socio-culturali. Il livello estremamente basso di istruzione dei residenti del quartiere Antico Corso appare da un sondaggio condotto nel 2018 30, su un campione di 100 persone residenti nel quartiere. Da tale sondaggio emerge che solo il 12% dei residenti ha acquisito un titolo di studio di scuola secondaria superiore, il 41% (classe più numerosa) ha invece acquisito quello di scuola media inferiore. Significativo che meno della metà dei residenti ritenga che l’accesso al Monastero dei benedettini sia a pagamento e che per accedervi sia necessario essere laureati, oppure rientrare nelle categorie di dipendenti pubblici e turisti ed essere dotati di un permesso 31.

La partecipazione culturale è noto che aumenti proporzionalmente all'aumentare del titolo di studio posseduto. Nel caso dell’Antico Corso, dove la partecipazione è praticamente inesistente, è evidente quindi che il basso livello di istruzione dei residenti possa davvero avere inficiato la loro partecipazione ad eventi di carattere culturale 32. A riprova di quanto precedentemente affermato, molti dei residenti non solo non sono mai entrati nel Monastero, ma non associano il suo nome al luogo (non ne conoscono il nome corretto).

La cultura intesa come fonte di benefici per la salute e il benessere, la coesione sociale, l’innovazione e lo sviluppo, rientra fra gli indicatori che UNESCO ha individuato per la redazione di progetti culturali da sviluppare 33, nell’ottica anche di uno sviluppo sostenibile. Per la concretizzazione di tali progetti il coinvolgimento delle comunità e del territorio è essenziale, ma ancora una larga parte degli abitanti del quartiere Antico Corso (e dei catanesi) è esclusa da tale coinvolgimento.

Esistono diverse organizzazioni locali con sede nel quartiere (es: Officine Culturali, Comitato Popolare Antico Corso, ecc.) che da anni lavorano per creare condizioni alternative 34. In continuità con il loro lavoro, riteniamo che la museologia sociale possa giocare un ruolo chiave per immaginare futuri possibili per questo e altri quartieri che affrontano problematiche simili. Per questo motivo consideriamo l’occasione del convegno MINOM 2024 preziosa al fine di innescare nuovi processi nel campo del rapporto tra passato e presente.


  1. Qual è il possibile ruolo della museologia sociale per invertire la rotta dell’esclusione? Alcune osservazioni finali

Catania accoglie il dibattito che si svolge nell’ambito del MINOM per riflettere su come «invertire le museologie nel sud(s)» attraverso «alleanze transdisciplinari per società più giuste» 35, tentando di promuovere modalità di lavoro non gerarchiche e inclusive: aprendo, cioè, le porte del dibattito a diverse espressioni dei movimenti sociali locali e internazionali che operano in tal senso.

Ospitare MINOM 2024 nel contesto catanese è, quindi, un'opportunità per discutere delle sfide brevemente discusse nei precedenti paragrafi, che emergono qui come in altri contesti, mettendo in discussione il ruolo dei musei nelle città, nonché delle pratiche insorgenti, da qualsiasi prospettiva disciplinare le si guardi (museologia, pianificazione urbana, ma anche antropologia, geografia, ecologia, ecc.).

Questo pone un’enfasi su come i soggetti che operano attivamente sul territorio possano essere intesi come catalizzatori del cambiamento sociale. Ad essi andrebbe dunque riconosciuto tale ruolo chiave e le politiche pubbliche andrebbero ripensate per rafforzare la possibilità di rendere i musei come luoghi di una crescita civica, inclusiva ed emancipatrice.

Le possibilità di azione in questa direzione sono molteplici. In primo luogo, si tratta di consentire uno scambio costruttivo e reciproco tra le pratiche che emergono dal basso e le politiche pubbliche 36. Questo significa dare spazio e dignità istituzionale a quelle realtà – espressione di un fermento che nasce dal basso – che si pongono in atteggiamento critico, dialogico e riflessivo con le diverse eredità del passato, tenendo conto delle istanze e potenzialità trasformative di tali gruppi e/o organizzazioni (comitati, associazioni, cooperative, imprese sociali, ecomusei, musei comunitari, ecc.), nel momento in cui si mettono a fuoco le strategie di lettura e valorizzazione della memoria collettiva di una città.

Tuttavia, tale scambio non andrebbe inteso come una mera delega di responsabilità da parte del settore pubblico alle diverse e variegate espressioni del terzo settore. Tali espressioni, con riferimento al contesto italiano in particolare, da diversi anni vengono spesso intese come “sostitute” nel sobbarcarsi l’onere di proporre strategie socialmente innovative per far fronte ai bisogni delle persone, specialmente nei quartieri più svantaggiati. Al contrario, sembra utile ragionare su come le varie espressioni di museologie sociali e insorgenti possano integrarsi con le forme di museologia più consolidate dentro le istituzioni pubbliche per generare processi innovativi strutturalmente radicati all’interno di esse, in una prospettiva di innovazione pubblica 37.

Infine, si tratta di consentire possibilità di esistenza e sostenibilità nel lungo termine di tali realtà che, senza le adeguate condizioni a contorno, faticano a condurre percorsi di lavoro culturale capaci di produrre cambiamenti strutturali e sistemici 38.

MINOM 2024 rappresenta uno spazio aperto di riflessione in tal senso che, mettendo in relazione conoscenze accademiche e saperi che emergono dalle pratiche dal basso, auspichiamo possa individuare percorsi di senso per nuove museologie capaci di andare oltre la strada tracciata nel ‘900, nel Meridione d’Italia e in altri contesti meridiani.

                   
                   
                   
                   

NOTE

1 Nonostante questo articolo sia il risultato di una collaborazione tra gli autori, l'Introduzione è basata su un contributo sviluppato da Manuelina Duarte Cândido, la Sezione 2 è stata sviluppata da Giusy Pappalardo, la Sezione 3 è stata sviluppata da Federica Santagati, invece le osservazioni finali sono frutto di un’elaborazione comune. Le autrici ringraziano vivamente Mario Chagas, Mario Moutinho e Aida Rechena per il loro prezioso contributo allo sviluppo delle riflessioni alla base di questo testo e per l'organizzazione congiunta del convegno del MINOM 2024 a Catania.

4 Cfr. CHAGAS 2021.

5 Cfr. MINOM Quebec Declaration, 1984, http://www.minom-icom.net/_old/signud/DOC%20PDF/198402504.pdf .

6 Per approfondimenti, si veda: Duarte Cândido, Pappalardo 2022. Questa collaborazione è stata condotta, inoltre nel quadro della Italian-Brazil Cooperation Charter, https://sites.google.com/view/drops-platform/cooperation/italy-brasil-cooperation.

7 Per un quadro aggiornato sulle diverse esperienze di ecomusei e musei comunitari, si veda Varine 2017.

8 Per un approfondimento su come la museologia (o meglio, la sociomuseologia) possa intendersi come processo emancipatorio, si veda PRIMO, MOUTINHO 2021.

9 Cfr. MUKHOPADHYAY ET AL., 2021.

10 Su questi aspetti cfr. HUQ 2020; YIFTACHEL, MAMMON 2022.

11 Cfr. PAPPALARDO 2023.

12 Cfr. DOLCI 1956; FREIRE 1969.

13 Cfr. Nucifora 2022.

14 Cfr. ISTAT, Statistiche culturali, tav. 5.15, https://www.istat.it/it/archivio/251882.

15 Cfr. ibidem.

16 Cfr. SAVE THE CHILDREN 2022.

17 Cfr. Santagati 2023.

18 L'Etna è Patrimonio dell'UNESCO per il suo eccezionale valore universale, https://whc.unesco.org/en/list/1427/.

19 Catania ha un centro storico tardo barocco, considerato parte di un'area UNESCO, perché è una delle città tardo barocche del Val di Noto (Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli), un patrimonio UNESCO unico. Vedi UNESCO lista, https://whc.unesco.org/en/list/1024.

20 A Catania il tasso di devianza minorile è molto elevata e i minori si macchiano anche di reati molto gravi. Presso la Prefettura di Catania è istituito un Osservatorio metropolitano per la prevenzione e il contrasto della devianza minorile, a cui prendono parte istituzioni sociali, forze dell’ordine e l’Università di Catania. Per una sintesi chiara e recente si veda lo Speciale Tg1 RAI, Sotto il Vulcano di Alessandro Gaeta (25 giugno 2023), https://www.raiplay.it/video/2023/06/Speciale-Tg1-Sotto-il-vulcano-la-criminalita-minorile-fa-paura-8d16e348-b796-43e9-9b64-cfa22dbd93f0.html .

21 GRAVAGNO, PAPPALARDO 2022, p. 202.

22 L’indicatore di rischio di povertà (calcolato sui redditi del 2020) in Sicilia è il più elevato d’Italia: il fenomeno arriva a interessare circa il 38% della popolazione. Cfr. ISTAT 2023, p. 121.

23 La creazione di politiche attente e incisive sullo sviluppo locale rientrerebbe anche nell’azione contro la mafia voluta da Danilo Dolci negli anni Cinquanta nell’area della Sicilia occidentale. Cfr. DOLCI 1956.

24 Anche il rendimento scolastico in Sicilia è basso: più del 60% degli studenti siciliani non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese addirittura del 70%. Cfr. SAVE THE CHILDREN 2022.

25 In tali aree i minori sono utilizzati dalla mafia per diversi reati, ma soprattutto per lo spaccio di stupefacenti.

26 ISTAT 2023, pp. 88, 121. Secondo i dati ISTAT 2019 (pre pandemia) relativi al BES, a Catania i livelli di povertà educativa e quelli di povertà assoluta si attestavano fra il 26% e il 27%. L’indice di povertà educativa dei minori si attestava a circa il 75% (esclusione da biblioteche, musei, concerti, lettura, cinema); la metà dei minori era esclusa da sport e dall’utilizzo di connessione internet. Cfr. ISTAT 2019. Sugli indicatori del BES vedi ISTAT 2021.

27 Sull’accesso e le barriere si veda SANDELL 2006. Sul caso del quartiere Antico Corso e le attività proposte cfr. Santagati 2021.

28 Vedi in questo contributo nota 19.

29 L'Antico Corso, malgrado si trovi nel centro storico, presenta molte caratteristiche del degrado sociale ed economico maggiormente prevedibili nelle periferie (come nei quartieri centrali di altre città del sud Italia).

30 Cfr. FICHERA 2018.

31 Cfr. ivi, pp. 81, 92.

32 Cfr. ivi, p. 100.

33 Cfr. UNESCO 2019.

34 Vedi ad esempio il laboratorio di scrittura e performance teatrale Unni stai di casa. I racconti del quartiere, a cura di Officine Culturali, http://www.zammumultimedia.it/unni-stai-di-casa-i-racconti-del-quartiere.htm.

36 Cfr. CROSTA 2010.

37 Cfr. OSTANEL, PAPPALARDO, 2022

38 Cfr. MANNINO 2023

                 
                 
                 

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