(Catalogo
della mostra, Palazzo
Caffarelli , Musei
Capitolini
Roma, 05 maggio – 22 settembre 2024)
Fig. 1 - Frontespizio del catalogo.
Foto cortesia di Giorgia Duò
La recente mostra, ancora in corso a di Palazzo
Caffarelli, curata da
Claudia La Malfa ,
è un caso straordinario di “un padre e un figlio,
entrambi
pittori e disegnatori di eccezionale talento”
,
ha offerto
l'occasione
per realizzare un agile catalogo di aggiornamento e
approfondimento
sul precipuo rapporto tra i due pittori: Filippo e
Filippino Lippi.
Il
volumetto, in
brossura con alette, esibisce
una certa attenzione tipografica, unita ad
un'estetica raffinata ed
a una veste editoriale pregevole; inoltre, la
particolare
maneggevolezza del testo, un piccolo formato
pratico per la lettura,
rende la consultazione e la lettura
particolarmente comode e
piacevoli.
E se la mostra racconta al pubblico, con
una efficacia
didattica, del talento ingegnoso del padre, importante
artista della
stagione fiorentina di Cosimo de' Medici, e di quello
bizzarro
del figlio che, formatosi, prima con il genitore,
quindi alla bottega
di Sandro Botticelli, eredita dal primo l'ingegno e
diventa
l'interprete più originale del gusto antiquariale
nella Roma della
fine del Quattrocento, il
tomo, con disciplina scientifica, perpetua di
questo rapporto, ancora
non troppo indagato, aggiornando gli studi e la
letteratura
scientifica sui due pittori.
Il
catalogo è edito da Gangemi
Editore
international – Arte, e,
in cinque saggi,
ripercorre ed analizza con competenza la singolare
relazione tra
padre e figlio, “una straordinaria vicenda umana e
familiare” .
I contributi, quattro a firma della curatrice ed uno a
firma di
Claudio Parisi Presicce ,
preceduti dai canonici saluti di rito di coloro che
hanno reso
possibile l'evento, introducono analizzano e
sviscerano con
rinnovata freschezza le figure dei due artisti e la
reciproca
relazione.
Artista inquieto ed ironico, Filippo,
sviluppa, a
partire da Masaccio, idee innovative sul solco della
rivoluzione
rinascimentale e all'insegna di una vita per nulla
tradizionale. La
sua nota, smisurata ed incontrollata passione per le
donne lo
travolge, rallentandone il lavoro e le consegne, al
punto che Cosimo
de' Medici lo fa rinchiudere in casa per fare in modo
che l'opera
da lui commissionata sia condotta a termine, ma
Filippo, nottetempo,
fugge rocambolescamente e al ritorno si giustifica
dicendo che
“l'eccellenze de gli ingegni rari sono forme celesti e
non asini
vetturini” .
La Malfa nel primo scritto, dal titolo Realismo
magico di Filippo: il colore, l'invenzione e la
prospettiva,
un attento studio monografico e riassuntivo sulla
figura di Lippi
padre, spiega come lo stile di questi risulti da una
riflessione
personale sulle novità introdotte da Donatello e
Masaccio: un
sapiente uso del colore e della prospettiva si innesta
su un realismo
fatto di elementi naturalistici ed ironici, che
riconducono, senza
offendere, le rappresentazioni religiose a scene di
vita mondana e
quotidiana.
Nel secondo saggio, la curatrice sposta
l'attenzione
su Filippino, in Le bizzarie
di Filippino,
l'artista è inquadrato in un percorso di formazione
tra il
genitore e il Botticelli, il più talentuoso degli
allievi di
Filippo. Interessato all'ambiente circostante, la
stimolante
Firenze di Lorenzo dei Medici, si muove alla ricerca
di ispirazioni e
committenti fino all'incontro con il Cardinal Carafa e
l'epifanica
Roma, che proprio in quel momento sta scoprendo le
pitture della
Domus Aurea.
Filippino
è tra i primi a calarsi nelle grotte del Palazzo
imperiale, i cui affreschi
ispirano più
generazioni di artisti e danno vita al motivo
stilistico della
grottesca .
Le sue ingegnose invenzioni rendono la sua presenza e
il suo
passaggio un momento particolarmente estroso e
creativo della
stagione rinascimentale, che La Malfa analizza con
interesse e
dovizia.
Anche
i
successivi studi sono dedicati al giovane maestro,
nello specifico,
in Sul
Magistero di Filippino nel disegno,
si mette in evidenza la straordinaria capacità
inventiva del giovane
Lippi, nonché la fervida immaginazione e continua
necessità di
sperimentazione che si rivelano nei suoi disegni,
soprattutto del
periodo romano. Mentre, in Un
nuovo disegno attribuito a Filippino per l'Assunzione
Carafa, la
studiosa propone, con una certa convinzione ed
elementi stilistici a
supporto, l'attribuzione al maestro toscano di un
foglio, già
ritenuto di Bramante, poi ascritto genericamente
come “scuola
italiana verso il 1500”, conservato presso l'École
Nationale Supérieure des Beaux-Arts di
Parigi.
L'ultimo
contributo, La
Statua di Marco Aurelio, i barbari e le
grottesche: antichità di
Roma nell'opera di Filippino,
di Parisi Presicce, prende le mosse dalla presenza
della statua del
Marco Aurelio negli affreschi della Cappella romana
del Card. Carafa,
quindi rintraccia altre citazioni dall'antico nel
contesto del
Rinascimento romano della seconda metà del XV
secolo.
I saggi sono
illustrati con
immagini a colori - talvolta a piena pagina - delle
opere dei due
pittori, a corredo delle trattazioni troviamo
disegni, pagine di
documenti del tempo ed quadri della medesima κοινή
culturale.
Ai saggi segue un regesto, in ordine cronologico, dei lavori esposti in mostra, a cura del sovrintendente di Roma. Le piccole immagini, a colori,
sono accompagnate da
didascalie complete, prive di descrizione o commento
storico critico.
L'essenzialità di questa parte conferma la volontà
degli autori
di voler intervenire sul panorama della letteratura
scientifica con
aggiornamenti e nuove letture sui due artisti.
Completano il
volume una
bibliografia selezionata e crediti fotografici.
IL LIBRO
Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e
bizzarrie
nell'arte del Rinascimento
a cura di Claudia La Malfa
Catalogo della Mostra, Roma, Palazzo
Caffarelli–
Musei Capitolini
05 maggio– 22 settembre 2024
Gangemi Editore – International - Arte, Roma, 2024
Rilegatura: brossura
ISBN: 9788849251203
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 112
Illustrazioni: colori
€ 20,00
NOTE