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Canova e le spese per il ritorno delle opere da Parigi attraverso i documenti dell'Archivio di Stato di Roma  
Maria Beatrice Bongiovanni
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 2 Novembre 2024, n. 965
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00965.html
Articolo presentato l'11 Settembre 2024, accettato il 31 Ottobre 2024 e pubblicato il 2 Novembre 2024
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Abstract

Nel 1815 il cardinale Ercole Consalvi incarica Antonio Canova della complicata missione di recuperare a Parigi le opere d'arte cedute dallo Stato pontificio alla Francia col Trattato di Tolentino. Canova porta a compimento la missione inviando le opere a Roma tramite due convogli: uno via terra, che arriva nel gennaio del 1816, e uno via mare, sbarcato al porto di Civitavecchia nel giugno dello stesso anno.

L'articolo analizza alcuni documenti, editi e inediti, relativi alle spese sostenute per il rientro delle opere d'arte a Roma. Nella fattispecie, Canova presenta due conti al cardinale Consalvi, il primo con le somme messe a disposizione dal governo inglese, il secondo con quelle dal governo pontificio.

Mettendo a confronto i documenti di diverse serie dell'Archivio di Stato di Roma dal Camerale II e dalla Computisteria generale della R.C.A, l'articolo presenta un terzo conto inedito, che riporta le spese del secondo convoglio, parte delle spese del primo convoglio e della ricollocazione delle opere nei Musei Vaticani e Capitolini. In particolare, viene evidenziato il processo di registrazione delle spese, che include dettagli sui pagamenti effettuati per vari lavori di restauro delle opere d'arte, nonché per i servizi di trasporto e imballaggio.


Canova a Parigi

Gli avvenimenti relativi al recupero delle opere d'arte sottratte allo Stato pontificio con il trattato di Tolentino del 1797 e trasportate a Parigi sono stati largamente trattati e ricostruiti 1. Al Congresso di Vienna il dibattito sulla restituzione di tali opere allo Stato pontificio ruota attorno alla validità giuridica del trattato: «difatti non si può dirlo trattato di pace, non essendovi stata per lo innanzi alcuna guerra» 2. Sono note l'ostilità e l'opposizione, soprattutto francese, alla restituzione dei capolavori prelevati e le avversità che Canova ha dovuto superare per portare a termine la sua missione di recupero. Non è nostra intenzione analizzare tali vicende, quanto riassumerne solo gli aspetti salienti per chiarezza espositiva e una maggiore comprensione dei documenti rinvenuti in Archivio di Stato di Roma 3 oggetto di questo studio.

Antonio Canova viene nominato commissario straordinario il 10 agosto del 1815 e viene incaricato dal Segretario di Stato, il cardinale Ercole Consalvi, di partire per Parigi 4. Non sarebbe stata la prima volta, questa, di Canova in Francia 5. La precedente missione del Consalvi al congresso di Vienna «sebbene non fosse servita ad ottenere la restituzione dei beni pontifici, tuttavia dal punto di vista diplomatico spianò la strada a passi successivi in quel senso» 6. Mentre Gaetano e Marino Marini vengono incaricati del recupero degli archivi, dei codici e delle medaglie 7, Canova viene incaricato del recupero delle opere d'arte. Lo scultore arriva a Parigi il 28 agosto in un clima tutt'altro che favorevole al successo dell'impresa, accompagnato dal fratello, l'abate Giovan Battista Sartori. Canova stesso in una lettera ad Antonio D'Este afferma:

«Subito mi son fatto un dovere d' incominciare a parlare del noto affare, ma ne temo assai e se avessi saputo la cosa chiara come ora, non avrei intrapreso questo viaggio. Quel tal trattato (di Tolentino) non è stato mai riconosciuto invalido» 8.

Le difficoltà emergono subito e chiaramente dalla corrispondenza con Antonio D'Este riportata nelle Memorie di Antonio Canova:

«non veggo un raggio di luce […] la salute va bene, malgrado la vita da bestia che sto facendo» 9;

e ancora:

«Amico, mi sento male, anzi dubito cadere malato. Nulla ancora ho ottenuto e forse non l'otterrò: mi fa tanto male il prevedere che dovrò tornare in Roma con le mani vuote, che se voi mi scriveste che tutto il mio studio è andato a fuoco, e nulla mi è rimasto per la mia sussistenza, di niente mi rammaricherei, in confronto di quanto mi duole di non vedere un raggio di luce che mi consoli» 10.

Grazie all'amicizia di William Richard Hamilton, segretario della legazione inglese guidata dal Ministro degli Esteri Lord Castelreagh, del principe Metternich, ministro austriaco, e di quello prussiano Wilhelm Von Humboldt, le vicende si indirizzano verso esiti più favorevoli. L'evento decisivo è la restituzione da parte dei francesi delle opere d'arte ai Paesi Bassi prima e al Ducato di Modena e Parma poi 11.

Così come il duca di Wellington, vincitore a Waterloo, si era adoperato per la riconsegna delle opere ai belgi, così anche Hamilton e Lord Castlereagh supportano le richieste dello Stato pontificio mettendo a disposizione di Canova 100.000 franchi 12. Il 30 settembre Canova ottiene il permesso dal principe Metternich di recarsi al Museo Reale per cominciare a organizzare il recupero degli oggetti trafugati in Vaticano: dal 2 al 23 ottobre Canova lavora senza sosta. Il direttore Vivant Denon, che chiamava sarcasticamente Canova l'emballeur, “l'imballatore”, invece che ambassadeur, presenta il 3 ottobre le sue dimissioni, immediatamente accettate da Luigi XVIII 13. Metternich comunica l'ordine al maresciallo Schwartzemberg, comandante in capo delle truppe austriache, il quale a propria volta lo trasmette al comandante di Parigi, il generale Müffling, di assistere Canova nel recupero delle opere d'arte dal museo. Il generale Müffling impone a monsieur Lavallée di prestarsi alle operazioni di recupero, pena l'arresto 14. I francesi tumultuano fuori dal museo e Canova, insieme alle opere finalmente recuperate, deve essere scortato dalle truppe austriache verso la caserma della Pepinière 15.

Il 25 ottobre parte per Milano il primo convoglio che arriverà a Roma il 4 gennaio: «dei 506 quadri asportati dai Francesi soltanto 249 furono ripresi e 248 rimasero in Francia mentre 9 furono dichiarati smarriti» 16. È risaputa la difficoltà e l'imbarazzo di Canova che deve fare una selezione a memoria, non avendo ricevuto nessuna nota ufficiale con l'elenco delle opere sottratte col trattato di Tolentino dai francesi. Canova deve così attendere l'arrivo di Alessandro D'Este che «finalmente il 6 ottobre partiva da Roma […] cogli elenchi e arrivava a Parigi, pare dopo il 20» 17. Per quel che concerne le opere che rimangono in Francia, Canova segue l'esempio degli altri commissari italiani e le direttive dell'imperatore austriaco, perché le indicazioni del Consalvi arrivarono tardivamente – come gli elenchi: vennero lasciate indietro le opere conservate nelle chiese, nel palazzo reale e negli altri dipartimenti francesi.

Cinque giorni dopo la partenza del primo convoglio, il 30 ottobre, Canova parte da Parigi diretto a Londra dove arriva il 1° novembre; a Parigi lascia Alessandro D'Este, figlio di Antonio, con il compito di organizzare l'invio dei due convogli. Il 15 novembre Lavallée informa il conte Pradel che la restituzione delle opere era finita e gli trasmette gli inventari 18. Mentre il primo convoglio viaggia via terra, il secondo arriva prima ad Anversa, e poi da lì via mare fino a Civitavecchia. A Londra, intanto, Canova ottiene altri 150.000 franchi: 100.000 per le restanti spese di trasporto delle opere e aggiuntivi 50.000 per il Monumento Stuart oggi nella basilica di San Pietro 19. Il Principe Reggente gli avrebbe anche fatto dono di una tabacchiera con 500 sterline dentro 20.

Canova arriva nella notte del 3 gennaio, un giorno prima del convoglio 21. Appena tornato a Roma viene iscritto nella nobiltà romana con il titolo di Marchese d'Istria e gli viene assegnata una rendita di 3.000 scudi annui che Canova cede all'Accademia di San Luca 22. Il secondo convoglio, la fregata inglese Abundance, sbarca a Civitavecchia il 14 giugno 1816 23. Canova porta così a termine una missione giudicata quasi impossibile e che gli aveva procurato più di un mal di testa.


I documenti del Camerale II e della Computisteria

L'obiettivo di questo studio è porre a confronto alcuni documenti di diverse serie documentarie dell'Archivio di Stato di Roma riguardo le spese per il ritorno delle opere da Parigi: in particolare alcuni documenti nella serie Antichità e belle arti del Camerale II e altri nei Registri dei mandati – e relative Giustificazioni – della Computisteria generale della R.C.A 24.

Sono noti i documenti del Camerale II, Antichità e belle arti con le note «degli oggetti di belle arti ricuperati dal Museo Reale di Parigi» 25 dell'Archivio di Stato di Roma. Tra questi di grande interesse è il biglietto 26 firmato dal cardinale Consalvi, Segretario di Stato, al Tesoriere generale 27, datato 17 marzo 1816. La riportiamo integralmente per comodità del lettore 28:

«Dalla Segreteria di Stato 389 29 17 Marzo 1816

Il sig. Marchese Canova dopo tornato dalla sua commissione, e ricollocati nel museo i preziosi capi d'opera dell'arte che ha avuto la gloria di ricuperare in Parigi, ha esibito alla Segreteria di Stato due conti giustificati dai corrispondenti recapiti, quali si accludono a monsignor Tesoriere generale.

Uno di essi contiene le somme ricevute, e respettivamente impiegate per fatture di casse, imballaggi, e trasporti degli oggetti d'arte da Parigi a Roma, e da Parigi ad Anversa. Il secondo contiene le somme ricevute, e le spese fatte nei viaggi da esso a tal'uopo intrapresi.

Dal primo conto risulta che egli ha ricevuto dalla generosità del governo inglese la somma di franchi cento novantotto mila quattro cento venticinque, e che le spese fatte, e giustificate ascendono a franchi cento quaranta cinque mila, trecentoventi sei, e centesimi 23. Resta dunque nelle mani del sig. Marchese la somma di franchi cinquanta tre mila, novantotto e centesimi 77 30. Egli ha dichiarato di ritenere presso di sé franchi ventitré mila, novantotto, e centesimi 77 per erogarli nelle spese del collocamento degli oggetti d'arte già arrivati in Roma nei Musei Vaticano, e Capitolino.

Quanto poi alla rata residuale dei franchi trentamila ne consegnerà la valuta alla Tesoreria generale in un bono di scudi cinque mila, cinquecento venti, mostrando al tempo stesso il desiderio che producano un discreto proporzionato frutto a beneficio delle arti, e che restino a disposizione per impiegargli a suo tempo nelle spese che occorreranno per collocare gli altri monumenti che dovranno giungere da Anversa 31.

Risulta dal secondo conto che il governo ha fatto somministrare al detto sig. Marchese parte in Parigi, e parte in Milano franchi trentumila nove cento trentacinque, e centesimi 14 e che di questa somma egli ha speso ne suoi viaggi franchi ventotto mila trecento ottantacinque 32. Restano perciò nelle mani del detto sig. Marchese franchi tremila seicento, e quattordici centesimi 33, che egli ha dichiarato a disposizione del governo. Il medesimo ha esibito inoltre un altro bono di scudi nove mila duecento valore di franchi cinquanta mila ritirati da London 34, della qual somma deve farsi un rinvestimento fruttifero da erogarsi per le sue di un monumento che sua Altezza Reale il Principe Reggente fa' eriggere [sic] per mezzo dello stesso sig. Marchese Canova nella Basilica Vaticana alla memoria del fu cardinale denominato Duca di York 35.

La Santità di Nostro Signore, sotto i cui occhi sono stati posti i detti conti li ha pienamente approvati, ed ha approvato similmente che dei franchi cinquantatre mila novantotto, e centesimi 77 avanzo dal primo conto si ritenga dal sig. Marchese Canova la somma di franchi ventitre mila novantotto e centesimi 77 per servirsene nelle spese, che ora si vanno facendo per collocare nei due Musei Vaticano, e Capitolino i monumenti già tornati, e che li scudi cinquemila cinquecento venti valuta dei residuali franchi trentamila rimangano nella Depositaria generale della Camera a disposizione del detto sig. Marchese per supplire alle spese del collocamento degl'altri oggetti che si attendano da Anversa, e così pure l'altra somma di scudi nove mila duecento valuta dei franchi cinquanta mila da erogarsi come sopra pagandoli dell'una, e dell'altra un frutto proporzionato, e discreto dalla R.C.A 36.

Finalmente la stessa Santità Sua ha manifestato la sua sovrana intenzione, che della somma dei franchi tremila seicento, e centesimi quattordici avanzo del secondo conto di viaggio non si abbia alcuna ragione, e resti presso il sig. Marchese Canova in compenso di qualche spesa che la di lui estrema delicatezza lo abbia trattenuto dal mettere in conto.

Si porge di tutto il riscontro a monsignor Tesoriere generale per sua intelligenza e governo.

E. Card. Consalvi»

Innanzitutto evidenziamo la natura del documento: in alto a destra è riportato il n° 389 37, il che sembra fare riferimento a una serie documentaria, a un ufficio presso cui avevano ordinato e numerato i documenti del proprio archivio. Questo numero è riportato sia nel suddetto biglietto di Consalvi datato 17 marzo 1816 (Fig. 1)

Fig. 1 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 1 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

sia sull'intestazione dei due conti giustificati presentati da Canova alla Segreteria di Stato (Fig. 2)

Fig. 2 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 2 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

I conti e le relative giustificazioni in generale afferiscono agli uffici della Computisteria generale della Camera apostolica 38 e la presenza di questo documento contabile nella serie Antichità e belle arti del Camerale II non deve stupire 39.

I fondi camerali costituiscono il «nucleo più ampio, complesso e articolato dell'Archivio di Stato di Roma» 40 e hanno subito rimaneggiamenti che ne rendono difficile la consultazione 41. I documenti del Camerale II e III vengono da differenti magistrature, non solo camerali: «ciò dipende in parte dall'uso purtroppo diffuso in passato, di creare miscellanee, aggregandovi documentazione estranea, archivi che nella loro struttura originaria avevano una vita e una ragione di essere propria» 42.

I documenti da noi analizzati si trovano nei Registri dei mandati e nelle relative Giustificazioni. I registri riportano «a cura del computista gli ordini di pagamento. La maggior parte di essi è indirizzata ai gestori di denaro camerale, cioè agli ufficiali addetti ai pagamenti, il più importante dei quali è il Depositario generale, di norma un banchiere che fa il servizio di cassa gestendo il conto più importante, cioè il conto corrente della Depositeria generale della Camera apostolica» 43. Dalla riforma di Benedetto XIV (1746) i conti della computisteria costituiscono un fondo a sé stante: la Computisteria generale della R.C.A. 44 Bisogna ricordare il «dissesto organizzativo in cui l'ufficio ormai versava» 45 nell'Ottocento; d'altronde proprio negli anni da noi presi in analisi gli archivi tornavano da Parigi! Con il regolamento di Leone XII (1827) subentra un nuovo assetto organizzativo: la ripartizione per competenze in dieci Divisioni. La Divisione VI è dedicata alle Spese generali ordinarie e straordinarie, la quale:

«è incaricata del pagamento e relative scritture di tutte le spese ordinarie e straordinarie dello Stato, sia per gli assegnamenti agli ordini governativo, amministrativo e giudiziario che per qualunque altra spesa dipendente dalla pubblica amministrazione, cioè spese di giustizia, di polizia, fornitura carceraria, istruzione pubblica, musei, assegnamenti diversi e tutt'altro. Ha inoltre il registro dell'impianto e movimento del personale, e deposito generale delle stampe amministrative, secondo le disposizioni dei relativi regolamenti» 46.

Le Giustificazioni, invece, sono una serie di documenti

«in parte raccolti e organizzati dal computista a giustificazione delle partite inscritte nel libro mastro e in parte in Computisteria a corredo di libri di conti consegnati annualmente per il controllo, in massima parte riconducibili al conto corrente della Depositeria generale. Come vedremo, dal 1744 in avanti questa documentazione è organizzata in filze cucite, la documentazione sarà divisa in serie, in relazione ai conti ai quali afferisce […] Infatti le giustificazioni consegnate in Camera da ogni altro instintore sono di norma conservate con i libri dei conti cui si accompagnano» 47.

Quindi le serie dei Registri dei mandati, con gli ordini di pagamento della Camera, si accompagna con quella delle Giustificazioni, potremmo dire con le “ricevute”, ossia i riscontri di pagamento effettuato, con un rimando interno di tipo burocratico – amministrativo. Nei registri, infatti, sono riportati i numeri 48 delle corrispondenti giustificazioni.

Tornando al biglietto del Consalvi, spogliando i Registri dei mandati 49 della Depositeria generale, al 24 febbraio 1818 50 si trova il seguente ordine di pagamento:

«975. Al Marchese Antonio Canova scudi 966 quali sono per frutti alla ragione di 6 per cento ad anno, di un anno e mesi 9 decorsi dalli 30 marzo 1816 a tutto li 29 decembre 1817. Sulla somma di scudi 9200 depositati a suo credito nella cassa della Depositeria generale suddetti li 30 novembre saldo per restituire in rate a seconda delle di lui richieste, in tutto e per tutto a tenore del Biglietto di Segreteria di Stato delli 17 marzo passato 51 che con altri documenti si conserva in filza al n° 389 scudi 966» 52

Nel relativo volume delle Giustificazioni 53 risulta mancante proprio il n° 389! Quindi sembra verosimile la provenienza di quei conti, oggi nel Camerale II, Antichità e belle arti, dalla Computisteria generale. Questo fascicolo riporta i fondi stanziati sia dal governo inglese sia da quello pontificio e dei loro frutti: vi è infatti anche il calcolo del tasso di interesse degli investimenti fruttiferi accumulati in un anno e nove mesi del 6% annui e provenienti dal governo britannico. Solo due fogli contenuti nel fascicolo 245 – estremamente sintetici – riportano i dati sommari del primo e del secondo conto.

Nello stesso registro 54, invece, abbiamo trovato l'ordine dei pagamenti che rimanda a un terzo conto, inedito, sul trasporto delle opere da Anversa.


Le spese del trasporto delle opere da Parigi a Roma e da Parigi ad Anversa

Non è facile districare la matassa dei conti e dei documenti, quindi per chiarezza cerchiamo di riassumere. Nel biglietto della Segreteria di Stato, oltre ai crudi dati economici, sono particolarmente interessanti le parole usate da Consalvi al 17 marzo 1816. Canova riceve dal governo inglese 198.425 franchi e al ritorno del primo convoglio da Parigi ha già speso 145.326,23 franchi. Dei restanti 53.098,77 Canova ne trattiene direttamente 23.098,77 (sempre per affrontare tali spese) mentre i restanti 30.000 vengono depositati in un fondo fruttifero per coprire le spese del convoglio da Anversa – non ancora arrivato. A Londra riceve ulteriori 50.000 franchi da destinare al Monumento Stuart in San Pietro 55, depositati anch'essi in un investimento fruttifero.

Canova riceve dei soldi anche dal governo pontificio, tramite il banchiere Busoni L. Goupy che li rilascia ad Alessandro D'Este: 31.935,14 franchi divisi in due tranche a Milano e a Parigi 56. Di questi Canova ne spende 28.385, e mette il resto a disposizione del governo; Pio VII, tuttavia, glieli lascia «in compenso di qualche spesa che la di lui estrema delicatezza lo abbia trattenuto dal mettere in conto» 57.

Il 30 marzo 1816 risultano depositati nella Depositeria generale della R.C.A. sia i 9.200 scudi (ossia i 50.000 franchi per il Monumento Stuart) sia i 5.520 scudi (30.000 franchi) avanzati dai quasi 200.000 donati dal governo inglese. La giustificazione n° 389 riporta sia il cambio valuta scudi/franchi 58 sia i dettagli degli investimenti fruttiferi con un tasso di crescita del 6% annuo. Benché sia chiara e più volte riportata la cifra di 5.520 scudi, al momento di registrare e calcolare il tasso di interesse la cifra trascritta è errata e vengono calcolati i frutti 59 di 5.200 scudi!

Un altro foglio riporta le spese di imballaggio a Parigi e ad Anversa:

«Le spese occorse per calare tutti gli oggetti di belle Arti nel Museo di Parigi, e per trasportarli in un magazzeno nominato la Pepiniera per ivi incassarli, per fattura di ordegni, corde, mensuali gratificazioni, e spese giornaliere ascendono in tutto alla somma di fr. 29835.60

Le spese fatte in Anversa a tutto decembre per scaricare, e trasportare le casse nei magazzeni, et altre spese ivi occorse, ascendono in tutto alla somma di fr. 3581.20

Totale fr. 33416.80

La suddetta nota non si può giustificare, che esibendo il giornale delle spese, il quale è stato da me ceduto ed approvato. Roma li 8 febbraio 1816

Antonio Canova» 60

Quindi nel dicembre 1815 il secondo convoglio è già ad Anversa dove si scaricano le casse nei magazzini, in attesa dell'imbarco. Pietrangeli ricostruisce le tappe del secondo convoglio: il 14 novembre 1815 il convoglio lascia Parigi e arriva ad Anversa il 26 novembre, riparte il 14 maggio 1816 e arriva a Civitavecchia il 14 giugno 61.

Secondo Pietrangeli, dunque, il secondo convoglio arriva ad Anversa il 26 novembre «dove rimasero in un magazzino appositamente affittato fino alla stagione favorevole per il viaggio per mare» 62.

Tra i documenti del Camerale II vi sono anche delle mémoires e degli état, ossia le giustificazioni delle spese allegate al biglietto della Segreteria di Stato, con voci dettagliate di tutte le operazioni, le persone e i materiali necessari al recupero delle opere d'arte 63. Questi documenti sono citati nel conto col calcolo di fondi fruttiferi e sono allegati al biglietto della Segreteria di Stato 64.

Tra questi vi sono due états con le spese per il viaggio da Parigi ad Anversa, pagate all'impresario del trasporto Larcher – Becquemis 65. Nel primo état c'è un elenco di opere, la somma del trasporto e la divisione in tre rate di pagamento 66: a Parigi, Milano e Roma. Nel secondo état si calcola la tariffa in base al peso: 22 franchi ogni 100 kg, che per 83.740 kg fa 18.424,34 franchi a cui si aggiungono le spese dei timbri delle dogane. La metà del secondo état viene pagata al momento della partenza da Parigi il 14 novembre 1815 ed è riportato anche l'elenco delle opere del secondo convoglio e del loro peso.

Dal ristretto generale del primo conto 67 apprendiamo che i primi 100.000 franchi vengono incassati a Parigi, mentre i restanti 98.425 vengono incassati a Roma! Non a Londra come ripetuto da tutti i biografi 68, anche se chiaramente la concessione di tale somma viene fatta in Inghilterra in occasione del soggiorno di Canova.

Un foglio del secondo conto menzionato nel biglietto di Consalvi riporta le spese pagate con i fondi del governo pontificio, 15.000 franchi incassati a Parigi tramite Busoni Goupy e i restanti 16.985,14 a Milano, per il totale di 31.985,14 franchi. Le ricevute di Busoni Goupy sono firmate da Alessandro D'Este: il 3 novembre 1815 riceve a Parigi i 15.000 franchi, il 30 ottobre, a Milano, il rimanente, il che ci porta a dedurre che i soldi sono stati dati al D'Este nel viaggio da Roma alla Francia, prima a Milano e poi a Parigi 69.


Il terzo conto di Antonio Canova: le spese del trasporto da Anversa a Roma

Pubblichiamo in appendice un terzo conto inedito che riporta le spese del secondo convoglio da Anversa a Roma, parte delle spese del primo convoglio e la ricollocazione delle opere nei Musei Vaticani e Capitolini. Si tratta di un Conto accompagnato da un Giornale, entrambi firmati da Canova, che insieme alle relative giustificazioni (96 in totale) costituiscono la documentazione della giustificazione n° 301 70. Abbiamo già visto che nel Registro dei mandati, n. 2894 (1° gennaio – 1° aprile 1818) risulta registrato il mandato di pagamento della giustificazione n° 389 71, oggi nel Camerale II; nello stesso volume abbiamo trovato anche la seguente registrazione:

«784. Al Marchese Antonio Canova Ispettore generale delle belle arti, antichità, musei e gallerie e Principe perpetuo dell'Accademia di S. Luca, scudi 207.84 quali gli facciamo pagare per saldo di tutte le spese fatte per ricollocare nei Musei Vaticano e Capitolino i preziosi capi d'opera dell'arte che ha avuto la gloria di ricuperare in Parigi compresovi le spese de' trasporti dei monumenti venuto con il secondo convoglio proveniente d'Anversa e altre a tenore del conto generale dal medesimo esibito con la medesima precisione e respettive giustificazioni che si conserva in filza al n° 301. Scudi 207.84 A. D'Este» 72

I conti sono riportati nel Registro dei mandati all'11 febbraio 1818 (data del protocollo), mentre il Giornale è datato al novembre del 1817 da un appunto autografo del Canova (Fig. 3)

Fig. 3 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 3 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

73. Dai conti ivi riportati si deduce che il Giornale è il primo dei due documenti da leggere (Fig. 4)

Fig. 4 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 4 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

74. Si tratta di un piccolo fascicolo di 15 pagine, le spese registrate vanno dal 10 gennaio al 2 novembre 1816, ma in fondo al documento Antonio Canova firma la seguente nota:

«Le suddette spese riguardano le giornate pagate agli uommini [sic] manuali, ed altre minute spese accorse per porre in opera tutti i monumenti ricuperati dalla Francia, ed a fare diversi cangiamenti nei Musei Vaticano e Capitolino con l'intelligenza dell'Eminentissimo sig. cardinal Consalvi e con di lui ordine ed approvazione Roma li novembre 1817» 75.

Il totale delle spese del Giornale per gli uomini, gli artigiani, i materiali e le vetture impiegati ai Musei Vaticani e Capitolini ammonta a 2.676 scudi e 6 baiocchi. Tale cifra è la stessa riportata all'inizio del Conto che, infatti, rimanda subito al Giornale: «Per tante spese giornaliere fatte per i monumenti del primo, e secondo convoglio venuti da Parigi, e come al qui unito giornale: scudi 2676.06» 76.

Le spese del Conto coprono un arco che va dal 2 gennaio 1816 al 20 marzo 1817 (Fig. 5)

Fig. 5 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 5 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

77. Ogni voce rimanda a una giustificazione corrispondente, ossia alla ricevuta di pagamento dettagliata e firmata da ciascun lavoratore, tra cui anche alcuni artisti che effettuano dei lavori nei musei.

Dal pagamento di 165,60 scudi (corrispondenti a 900 franchi) a Felice Saleri il 3 febbraio 1816 apprendiamo che Saleri viene pagato per i quattro mesi di viaggio da Parigi a Roma, il che ci farebbe supporre che Saleri 78 sia partito in ottobre con il primo convoglio. Lo stesso Saleri riceve inoltre un altro pagamento il 21 luglio «per diversi lavori al Vaticano e viaggio a Civitavecchia» 79.

Nel febbraio Lorenzo Principe viene pagato «per diversi lavori fatti alli quadri situati al museo» 80. La giustificazione n° 12 allegata in appendice è una delle più interessanti: Principe, infatti, restaura i quadri di Poussin, Guercino, Caravaggio, Barocci, Carracci81, Andrea Sacchi e Valentin de Boulogne conservati nei due musei 82. Lorenzo Principe viene pagato nuovamente il 10 agosto «per foderatura e politura di diversi quadri di autore esistenti nelle Gallerie Pontificie» 83, non meglio specificati.

Michele Belli riceve diversi pagamenti «per prezzo di vari pezzi di marmo serviti per il zoccolo nuovo sotto il Torso di Belvedere e pel nuovo piedistallo sotto la figura del Gladiatore moribondo nel Museo Capitolino» 84 fatti in marmo detto “ordinario” fornito da Alessandro D'Este. Sono registrati due pagamenti a Michele Belli per tale lavoro il 6 e il 25 maggio, ma la giustificazione n° 32 dimostra che Belli ha chiesto degli anticipi già in aprile 85. Sempre a Belli vengono fatti gli ultimi due pagamenti del Conto, entrambi il 20 marzo 1817: uno per i lavori svolti nei Musei Vaticani, l'altro ai Capitolini.

È interessante anche la registrazione di una cambiale pagata il 31 luglio: secondo la causale nel Conto le opere del secondo convoglio rimangono 8 mesi ad Anversa e vengono trasportate su una fregata inglese 86 le cui spese di bordo vengono pagate con detta cambiale. Dalle Epistole al Canova – in particolare quelle di William Richard Hamilton – sappiamo che la fregata in questione è l'Abundance, comandata dal capitano Josiah Oake 87 e generosamente concessa dalla Gran Bretagna 88. Hamilton, a tal proposito, scrive il 4 maggio a Canova:

«Ho avuto già il vantaggio di ricevere una lettera da Anversa, del 29mo passato, che mi annunzia, che in otto o dieci giorni l'imbarcazione dei effetti avrebbe luogo. Se questo riesca bene il riman‹en›te del vostro auspicato ricupero sarà in viaggio verso le dodici di questo mese» 89.

Il 7 giugno Canova scrive a Hamilton di aver ricevuto conferma da Anversa della partenza dell'Abundance, che arriverà a Civitavecchia il 14 giugno 1816 90.

La cambiale da 1.473,46 scudi datata 15 giugno 1816, invece, è da mettere in relazione con la lettera del banchiere Busoni 91 al Canova:

«Parigi, 15 giugno 1816

Stimatissimo signore.

Già da un pezzo il signor Cenie era stato da noi soddisfatto de' franchi 7586.25 per i suoi sborsi delle spese occorse in Anversa agli oggetti in custodia del signore Fulgoni. Il predetto Banchiere ci scrisse esse stati mandati in Roma tutt'i documenti comprovanti dette spese. Ora che è invitato a rimborsarcene su di Voi, lo effettuiamo colla presente gravandovi scudi 1473.46 a 15 giorni a vista nell'andante mese che al cambio 520 formano i franchi 7662: ammontar della nota qui contro; non dubitando della vostra puntualità ad onorar questo suddetto peso, ne deponiamo ogni pensiere pareggiando così quest'oggetto. E pieni di stima di cuore ci rassegniamo devotissimi e obbligatissimi servitori.

Busoni e compagni

Franchi 7986.29 ammontar del rimborso al signor Cenie

75.79 nostra commissione spese di porto L se [?] cassa

_______

7662» 92

Dunque alla lettera di Busoni al Canova è allegata la cambiale del Conto, la «nota qui contro», la giustificazione n° 50. La lettera cita i signori Cenie e Fulgoni, nel Conto ci sono un pagamento a Giovanni Fulgoni 93 e uno a Giuseppe Cesari con causali simili: «per appuntamenti da gennaio a tutto settembre 1816». Fulgoni risulta iscritto nel Ruollo dei Musei Pontifici nel 1816 come «custode de' magazzeni» 94 e, in effetti, è citato come custode delle opere nella lettera di Busoni Goupy 95.

Infine merita di essere menzionato il pagamento a Michele Ilari 96 per aver restaurato le opere tornate da Parigi nei Musei Vaticani. L'identificazione delle opere citate non è oggetto del presente studio, che si limita a confrontare alcuni documenti presenti in diverse serie documentarie dell'Archivio di Stato di Roma. A ogni modo il riconoscimento di tutte le statue su cui lavorano Michele Belli e Michele Ilari, come dei quadri restaurati da Lorenzo Principe, meriterebbe un approfondimento, ma per ragioni di spazio ci limitiamo a riportare in appendice la sola giustificazione di Lorenzo Principe.

Il Conto termina con il ristretto (Fig. 6)

Fig. 6 -  Foto cortesia Maria Beatrice Bongiovanni
Fig. 6 - Foto © cortesia Maria Beatrice Bongiovanni

che riporta l'avere e il dare: l'avere presenta un totale di spese di 10.130,59 ½ scudi 97, il dare invece riporta le somme ricevute dal governo britannico e le rendite degli investimenti fruttiferi:

  • 23.098,77 franchi convertiti in 4.250,16 scudi;

  • 30.000 franchi convertiti in 5.520 scudi investiti nel fondo fruttifero con un tasso d'interesse del 6% annuo;

  • 126,86 scudi l'interesse accumulato 98.

Il totale a disposizione del Canova è di 9.987,02 scudi che corrispondono ai 53.098,77 franchi avanzati dai 198.425 dati dalla corona inglese più i tassi d'interesse. Vengono infine applicate delle detrazioni pari a 25,73 scudi, ma non è chiaro a che titolo.

10.130,59 ½ – 25,73 = 10.104,86 ½

10.104,86 ½ - 4.250,16 – 5.520 - 126,86 = 207,84 ½

I 207,84 scudi corrispondono a quelli erogati dalla Depositeria generale ad Antonio Canova l'11 febbraio 1818, perché le spese dei trasporti delle opere hanno superato la somma offerta dal governo inglese.

In conclusione, sia il biglietto del Consalvi del marzo 1816 sia i conti riportati nel Camerale II formerebbero la giustificazione n° 389 citata nei Registri dei mandati al 24 febbraio 1818 e apparterrebbero in realtà al volume n. 956 delle Giustificazioni in Computisteria generale della R.C.A. La nota di Consalvi regolamenta infatti la gestione dei soldi rimasti a disposizione di Canova (tramite la Depositeria generale) e i conti allegati riportano:

  • il primo conto con le somme messe a disposizione del Canova dal governo inglese;

  • il secondo conto con quelle dal governo pontificio;

  • i tassi d'interesse sviluppati dai due fondi fruttiferi di 5.200 [sic] e 9.200 scudi, rispettivamente avanzati dai fondi inglesi e destinati al Monumento Stuart.

Le spese riportate nel Conto e nel Giornale nella giustificazione n° 301, invece, attingono dai 53.098.77 franchi avanzati da quelli del governo inglese (inclusi i frutti) e coprono circa un quarto delle somme ricevute dal Canova. I 198.425 franchi ricevuti dal governo britannico corrispondono a 36.510,20 scudi, se vi aggiungiamo i fondi pontifici stanziati tramite la banca di Busoni Goupy (31.985 franchi ossia 5.876,07 scudi) e il rimborso di 207,84 scudi otteniamo la somma di tutte le spese di entrambi i convogli in scudi.

36.510,20 + 5.876,07 + 207,84 = 42.594,11

Canova riceve in totale 42.594 scudi e 11 baiocchi 99 per affrontare la difficilissima missione del recupero, del trasporto e della ricollocazione delle opere tornate da Parigi. Ricordiamo che di questo totale 3.600,14 scudi sono condonati al Canova che non sembra aver giustificato le spese personali, per «estrema delicatezza».


I documenti da noi trovati costituiscono, dunque, un “terzo” conto che non poteva essere citato dal biglietto della Segreteria di Stato, essendo successivo ad esso. Vi sono molti altri dati nei Registri dei mandati della Depositeria generale riguardanti le spese ordinarie e straordinarie del Canova, in particolare a beneficio delle arti e per l'Accademia di San Luca, che non riportiamo per esigenze di brevità: ci siamo limitati a commentare solo quelli più salienti riguardanti le opere d'arte riportate, grazie a Canova, a Roma.






APPENDICE

ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, b. 955

Conto N° 301

Di spese fatte per la collocazione dei monumenti venuti da Parigi con il primo convoglio e per il trasporto e collocazione dei monumenti venuti con il secondo convoglio, proveniente d'Anversa, come da giustificazioni che si esibiscono dalli 2 gennaio 1816 a tutto marzo 1817 100.


1816

Per tante spese giornaliere fatte per i monumenti del primo e secondo convoglio venuti da Parigi §101, e come al qui unito giornale scudi 2676.06102

Adì 2 gennaio103. A Giuseppe Zeloni per lavori fatti ad una scappavia, come da giustificazione n° 1 scudi 3.80

Adì 25 detto. Al sig. Domenico Lavaggi per importo ed impostature di lettere, giustificazione 104 n° 2 scudi 46.26

Adì 27 detto. Al sig. Antonio Bonomi per gratificazione e compenso datogli nell'occasione del trasporto delle statue da Parigi a Roma, giustificazione n° 3 scudi 60

Adì 1° febraio. Al sig. Luigi Agricola per servizio prestato nello scasso de' quadri tornati da Parigi ed al collocamento de' medesimi, giustificazione n° 4 scudi 29.44

Adì 3 detto. Al sig.re Felice Saleri per suo appuntamento di mesi quattro impiegati nel viaggio e trasporto degli oggetti di belle arti da Parigi a Roma franchi 900 pari a, giustificazione n° 5 scudi 165.60

scudi 2981.16 105


1816 scudi 2981.16 106

Adì 3 febraio Al sig. Felice Saleri per gratificazione accordatagli per l'opera prestata nel trasporto degli oggetti di belle arti da Parigi a Roma, giustificazione n° 6 scudi 60

Al suddetto per cibarie della cavalla dal dì 23 ottobre 1815 a tutto li 30 gennaio 1816 giustificazione n° 7 scudi 86.11

Adì 5 detto. Al sig. Andrea Pozzi pittore per assistenza prestata allo scasso dei quadri tornati da Parigi, sorvegliato al collocamento de' medesimi ed alcuni tirati in telaro, giustificazione n° 8

scudi 44,16

Adì 6 detto. Al sig. Andrea Ruffini per importo di una botte pece bianca di Calabria per uso del Museo Vaticano, giustificazione n° 9 scudi 140

Adì 13 detto. Al sig. Giovanni Tarenghi per varie copie, scritture, conteggi e note riguardante gli oggetti di belle arti venuti da Parigi, giustificazione n° 10 scudi 30

scudi 3341.43

1816 scudi 3341,43

Adì 17 febraio. A Giuseppe Ferrari per prezzo di palmi milleottanta di regoli larghi once 4 dorati a vernice, giustificazione n°11 scudi 40

Adì 19 detto. A Lorenzo Principe per diversi lavori fatti alli quadri situati al museo §, giustificazione n° 12 scudi 34

Adì 20 detto. Al sig.re Pietro Maria Vitali per prezzo di due rocchi di colonna di breccia di sette basi, con sua base di marmo dell'altezza di palmi 6 circa, giustificazione n° 13 scudi 40

Adì 23 detto. Al sig.re Angelo Pupilli in saldo de' lavori fatti nello scassare le statue tanto nel Museo Vaticano che Capitolino, giustificazione n° 14 scudi 76

Adì 24 detto. Al sig.re Pietro Maria Vitali per prezzo di n° 39, sgabbelloni [sic!] impelliciati di diverse pietre colorite, giustificazione n° 15 scudi 70

scudi 3601.43


1816 scudi 3601.43

Adì 9 marzo. Al sig.re Filippo Cola in compenso del suo viaggio da Parigi a Roma, in occasione del trasporto degli oggetti di arte, giustificazione n° 16 scudi 20

Adì detto. A Giuseppe Carbonari chiavaro per diversi lavori fatti da chiavaro per servizio de' musei, giustificazione n° 17 scudi 20

Adì 13 detto. Al sig.re Niccola Albacini per prezzo di un rocchio di cipollino con sua base per servizio del Museo Vaticano, giustificazione n° 18 scudi 40

Adì 20 detto. A Stefano Fedeli per prezzo di diversi perni di rame, giustificazione n° 19 scudi 24

Adì 23 detto. A Luigi Righini per conto de' lavori fatta nei musei pontifici, giustificazione n° 20

scudi 50

Adì 29 detto. A Stefano Fedeli per saldo di diversi perni di rame e di ottone, giustificazione n° 21 scudi 31.30

scudi 3786.77


1816 scudi 3786.77

Adì 30 marzo. A Pietro Paolo Viola per saldo e pagamento di opera prestata tanto da lui e suoi compagni facchini nel muovere e trasportare oggetti di antichità nei due Musei Vaticano e Capitolino, giustificazione n° 22 scudi 102.80

Adì 13 aprile. Al sig.re Giacomo Gualdi per saldo di un suo conto di lastre e messe in opera §, giustificazione n° 23 scudi 52.18 45

Adì 20 detto. A Giuseppe Carbonieri in saldo di un suo conto de' lavori fatti ad uso di chiavaro §, giustificazione n° 2 24 scudi 80

Adì 26 detto. Ad Angelo Pupilli per prezzo di n° 7 telari, palmi 1200 cornice, n° 15 nizze e due capre ferrate, giustificazione n° 25 scudi 238.50

scudi 4260.25


1816 scudi 4260.25

Adì 27 aprile. Al si.re Giacomo Gualdi per prezzo di n° 36 lastre di varie misure, e palmi 64 canaletti per tre fenestre [sic] del Museo Capitolino, giustificazione n° 26 scudi 45

Adì 30 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo di due giornate impiegate con i suoi compagni nel Museo Capitolino, giustificazione n° 27 scudi 8.70

Adì 6 maggio. A Michele Belli per prezzo di vari pezzi di marmo serviti per il zoccolo nuovo sotto il Torso di Belvedere e pel nuovo piedistallo sotto la figura del Gladiatore moribondo nel Museo Capitolino 107, giustificazione n° 28 scudi 71.60

Adì 11 detto. Al sig.re Giacomo Gualdi per diverse lastre, vetri, ed altro messi in opera nel Museo Capitolino, giustificazione n° 29 scudi 85

scudi 4470.55


1816 scudi 4470.55

Adì 11 maggio. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con sei uommini [sic] nel muovere gli oggetti d'arte nel Museo Capitolino, giustificazione n° 30 scudi 4.60

Adì detto. A Vincenzo Malpieri per lavori fatti nel Museo Vaticano nell'anno 1815, giustificazione n° 31 scudi 10

Adì 25 detto. A Michele Belli per saldo de' lavori fatti tanto per il zoccolo nuovo sotto il Torso di Belvedere, che pel nuovo piedestallo sotto il Gladiatore moribondo, giustificazione n° 32 scudi 75

Adì 28 detto. A Ferdinando Nataletti per saldo de lavori e spese fatte come bandararo per conto del Museo Vaticano, giustificazione n° 33 scudi 313.64 ½

scudi 4873.79 ½


1816 scudi 4873,79 ½

Adì 8 giugno. A Stefano Fedeli per prezzo di manopoli, girelle, bilischi 108 [sic] ed altro, giustificazione n° 34 scudi 41

Adì 16 detto. A Luigi Righini capo mastro muratore per diversi lavori eseguiti nel Museo Capitolino per porre in opera li monumenti venuti da Parigi, giustificazione n° 35 scudi 50

Adì 17 detto. Al suddetto per prezzo di palmi 213 corda di Bologna, giustificazione n° 36

scudi 20.20

Adì 22 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con i suoi compagni facchini nel trasportare i gessi nelle rimesse § ed altri trasporti nel museo stesso, giustificazione n° 37 scudi 8.10

scudi 4993.09 ½


1816 scudi 4993,09 ½

Adì 26 giugno. A Luigi Righini per prezzo di un paio traglie vendute §, giustificazione n° 38 scudi 12

Adì 21 luglio. A Felice Saleri per diversi lavori al Vaticano e viaggio a Civitavecchia, giustificazione n° 39 scudi 16.20

Adì 22 detto. A Niccola Sebasti per prezzo di un migliaro fascine e pagamento di tre giornate a n° 4 uomini venuti in aiuto da Civitavecchia a Roma, giustificazione n° 40 scudi 7

Adì 26 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con suoi facchini al Museo Vaticano per portare i monumenti §, giustificazione n° 41 scudi 30

scudi 5058.29 ½


1816 scudi 5058.29 ½

Adì 31 luglio. Per tanti pagati in n° 8 ordini, come da nota e giustificazioni annesse dal n° 42 al n° 49 scudi 379.25

Adì detto. Per una cambiale tratta da monsieur Busoni L. Goupy § a carico del sig.re Marchese Canova, per spese occorse in Anversa negli otto mesi che sono stati i monumenti colà e spese di bordo nella fregata inglese §, giustificazione n° 50 scudi 1473.46

Adì 2 agosto. Al sig. De Romanis stampatore per n° 1000 permessi 109, giustificazione n° 51 scudi 4

Adì 3 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato nel trasportare gli oggetti nei musei pontifici, giustificazione n° 52 scudi 14.20

scudi 6929.20 ½



1816 scudi 6929.20 ½

Adì 10 agosto. A Lorenzo Principe per foderatura e politura di diversi quadri di autore esistenti nelle Gallerie Pontificie, giustificazione n° 53 scudi 38

Adì detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con suoi uomini ne musei pontifici, giustificazione n° 54 scudi 37

Adì 14 detto. Ad Antonio Sebasti per trasporto di diverse casse da Roma a Civitavecchia, e come meglio alla privata scrittura firmata sotto il dì 4 Luglio 1816 e giustificazione nella medesima n° 55 scudi 725

Adì 16 detto. A Carlo Antonio Vignola per assistenza assistenza [sic] prestata a Civitavecchia alle statue appartenenti al governo pontificio, giustificazione n° 56 scudi 6

scudi 7735.20 ½



1816 scudi 7735.20 ½

Adì 17 agosto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con suoi compagni ne' musei pontifici, giustificazione n° 57 scudi 31.20

Adì 21 detto. Al sig.re Giuseppe D'Este per ricognizione del tempo impiegato in Civitavecchia per il discarico degli oggetti d'arte provenienti d'Anversa e per la consegna di quelli inviati da Nostro Signore a Sua Altezza Reale il Principe Reggente d'Inghilterra in conformità degli ordini dell'Eminentissimo sig. cardinale Segretario di Stato, giustificazione n° 58 scudi 25

Adì 22 detto. A Giuseppe Fiori facocchio per diversi lavori fatti al carro da trasporto, giustificazione n° 59 scudi 10

scudi 7801.40 ½


1816 scudi 7801.40 ½

Adì 22 agosto. A Giuseppe Fiori per prezzo del trasporto di due casse grandi da Civitavecchia a Roma contenenti la Cerere ed il Nilo 110, giustificazione n° 60 scudi 170

Adì 24 detto. A Pietro Paolo Viola per importo di tempo impiegato con i suoi uommini [sic] nei musei pontifici, giustificazione n° 61 scudi 6.50

Adì 31 detto. Al suddetto Viola per tempo impiegato come sopra, giustificazione n° 62 scudi 10.50

Adì 3 settembre. A Gaetano Assanti per sua gratificazione all'assistenza prestata nel collocamento e trasporto degli oggetti d'arte, giustificazione n° 63 scudi 5

scudi 7993.40 ½


1816 scudi 7993.40 ½

Adì 3 settembre. A Raffaele Gandini per sua gratificazione all'assistenza prestata nel collocamento e trasporto degli oggetti d'Arte, giustificazione n° 64 scudi 2

Adì detto. A Francesco Favaone per sua gratificazione come sopra, giustificazione n° 65 scudi 2

Adì detto. A Como Arranese per sua gratificazione come sopra, giustificazione n° 66 scudi 2

Adì detto. A Salvatore Catalano per sua gratificazione come sopra, giustificazione n° 67 scudi 10

Adì detto. A Francesco Gaolini per sua gratificazione come sopra, giustificazione n° 68 scudi 5

Adì detto. Ad Ignazio Crescovali per pagamento di un rocchio di porta santa, giustificazione n° 69 scudi 2

scudi 8026.40 ½


1816 scudi 8026.40 ½

Adì 14 settembre. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con i suoi compagni ne musei pontifici, giustificazione n° 70 scudi 12.25

Adì 15 detto. A Luigi Righini per prezzo convenuto di un canepo di peso libre [sic] 340, giustificazione n° 71 scudi 13.60

Adì 20 detto. A Gioacchino Settimi per diversi viaggi fatti per servizio del Museo Vaticano, giustificazione n° 72 scudi 6.20

Adì 24 detto. Ad Antonio Lamagna per saldo, e pagamento di un canopo venduto da del peso di libre 1000.10 polito alla ragione di baiocchi 06 la libra, giustificazione n° 73 scudi 60.60

Adì 26 detto. A Francesco Gagliardi per saldo di restauri fatti a diversi quadri venuti d'Ancona, giustificazione n° 74 scudi 78

scudi 8197.05 ½


1816 scudi 8197.05 ½

Adì 28 settembre. A Giuseppe Carbogneri chiavaro per diversi lavori fatti al Museo del Campidoglio, come da nota e giustificazione n° 75 scudi 6.95

Adì 30 detto. A Giovanni Cesari per saldo de' suoi appuntamenti da gennaio a tutto settembre 1816 scudi 301.08; scudi 60 in compenso delle fatiche dal medesimo fatte, come da giustificazione n° 76 scudi 361.08

Adì 1° ottobre. A Giovanni Fulgoni per saldo de' suoi appuntamenti dal primo gennaio 1816 a tutto settembre anno° sud. Scudi 331.20, e scudi 60 - per gratificaz.e delle fatiche straordinarie, giustificazione de Monumenti, giustificazione n° 77 scudi 114

di meno scudi 1.95

scudi 8956.28 ½


1816 scudi 8956.28 ½

Adì 5 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con suoi compagni al Museo Capitolino, giustificazione n° 78 scudi 9.25

Adì 10 detto. Ad Andrea Patriarca stagnaro per lavori fatti per servizio del Museo Capitolino, giustificazione n° 79 scudi 36

Adì 12 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con i suoi compagni nei Musei Vaticano e Capitolino, giustificazione n° 80 scudi 10.10

Adì detto. A Luigi Righini capo mastro muratore per saldo di tutti i lavori fatti nei Musei Vaticano e Capitolino per la collocazione de' monumenti §, giustificazione n° 81 scudi 114

scudi 9125.63 ½


1816 scudi 9125.63 ½

Adì 12 ottobre. A Pietro Maria Vitali in saldo, e fin al pagamento di n° 9 scabelloni [sic] in marmo di vanie pietre, giustificazione n° 82 scudi 18

Adì 20 detto. Ad Angelo Pupilli in saldo e fin al pagamento de' lavori da lui fatti ai Musei Vaticano e Capitolino nello scassare statue, quadri ed altri oggetti di belle arti venuti da Parigi nel secondo convoglio proveniente da Civitavecchia, giustificazione n° 83 scudi 85

Adì 23 detto. A Giovanni Pietro Fraccini per rimborso di spese servite per n. 7 vasi etruschi, come da nota e giustificazione n° 84 scudi 9.6

scudi 9238.30 ½



1816 scudi 9238.30 ½

Adì 23 ottobre. A Giovanni Pietro Fraccini per compenso di tempo impiegato per ristaurare li vasi etruschi, giustificazione n° 85 scudi 25

Adì 2 novembre. A Giuseppe Carbogneri in Saldo de Lavori fatti, come da nota e giustificazione n° 86 scudi 12

A di 18 detto. A Stefano Fedeli in saldo de lavori, come da nota e giustificazione n° 87 scudi 2,50

Adì 26 detto. A Giuseppe Fiori pel saldo di n° 12 armature ed una sala per il verrocchio, giustificazione n° 88 scudi 4

Adì 30 detto. A Pietro Paolo Viola per tempo impiegato con li suoi compagni per aver sgombrato dai gessi due rimesse in Belvedere, giustificazione n° 89 scudi 9

Adì … Fatti pagare a Civitavecchia dal sig. Domenico Valentini al Sig.re Giuseppe [sic]

scudi 9290.80


1816 9290.80 ½

Giuseppe D'Este per spese occorrenti per isbarcare ed immagazzenare li oggetti d'arte provenienti d'Anversa sotto il di 19 giugno anno suddetto, come da giustificazione n° 90 scudi 200

Adì … E più sotto il di 8 luglio fatti pagare al suddetto sig.re Giuseppe D'Este dal detto sig. Domenico Valentini a Civitavecchia per spese occorrenti per gli oggetti suddetto provenienti come sopra per isbarcare ed immagazzenare i medesimi, come da giustificazione n° 91 scudi 200

Adì … A Giovanni Fulgoni per qualunque spesa occorrente agli oggetti d'arte da trasportarsi da Civitavecchia a Roma, come da giustificazione sotto il 12 luglio 1816 n° 92 scudi 40

1817

Adì 20 gennaio. Ad Andrea Patriarca in saldo de lavori ad uso di stagnaro, fatti come al conto e giustificazione n° 93 scudi 4

scudi 9734.80 ½




1817 scudi 9734.80 ½

Adì 27 febraio. A Michele Ilari 111 scultore per lavori fatti al Museo Vaticano in ristaurare diversi oggetti d'arte ritornati da Parigi e collocati in detto museo 112, come al conto e giustificazione annessa n° 94 scudi 336.60

Adì 20 marzo. A Michele Belli scarpellino [sic] per diversi lavori fatti per servizio del Museo Vaticano in occasione del ritorno da Parigi a Roma de monumenti antichi 113, come da conto e giustificazione annessa n° 95 scudi 6.60

Adì detto. A suddetto Belli scarpellino per diversi lavori fatti per servizio del Museo Capitolino nell'occasione suddetta, come da conto e giustificazione annessa n° 96 scudi 52.59 ½

In tutto scudi 10130.59 ½

Detrazioni 114 scudi 25.73

Restano scudi 10104.86 ½

- Siegue il ristretto –


- Ristretto -

Avere

Per tanti pagati per lavori, ristauri ed altro, fatti ai monumenti ed altri oggetti d'arte del primo e secondo convoglio venuti da Parigi, e spese occorse tanto nel Museo Vaticano che Capitolino, come da conti e giustificazioni annesse scudi 10130.59 ½

scudi 10104.86 ½

Dare

Per residuo dei franchi 198,425 dei quali si è reso conto all'Eminentissimo card. Segretario di Stato come si rileva da dispaccio dei 17 Marzo 1816

franchi 23098.77 scudi 4250.16



Franchi 23098.77 scudi 4250.16 scudi 10130.59 ½

scudi 10104.86 ½

Per valuta di tanti depositati in Depositaria generale della R.C.A. A norma del suddetto dispaccio e ritirati in diverse epoche con ordini

Franchi 30000 scudi 5520

Per frutti a scaletta dei suddetti scudi 5520 scudi 126.86


In tutto scudi 9897.02

Supera l'avere in scudi 233.57 ½

scudi 207.84 ½

Antonio Canova






ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, b. 955

Giustificazione n° 12

N° 12 Adì 19 febraro 1816

Nota di lavori fatti alli quadri situati al Museo

Per aver foderato un quadro di misura di palmi 13 e ½ di alto e 10 ½ di largo rappresentante S. Erasmo di Nicola Pussino 115 scudi 12

Per aver ritirato e lavato il quadro di Guercino rappresentante S. Petronio 116 scudi 3

Per aver ritirato e lavato il quadro di Barocci rappresentante la Deposizione dalla croce di N.S. 117 scudi 3

Per aver ritirato fermato il colore e lavato il quadro di Andrea Sacchi rappresentante S. Gregorio 118 scudi 2.50

Per aver ritirato e lavato il quadro rappresentante la Natività della Madonna di Caracci 119 scudi 2.50

Somma, e siegue scudi 23



Per aver ritirato, e lavato un quadro rappresentante S. Girolamo di Domenichino 120 scudi 3

Per aver ritirato lavato e data la vernice al gran quadro rappresentante la Santa Petronilla di Guercino 121 scudi 4

Per aver fermato il colore al quadro di S. Romualdo di Andrea Sacchi 122 aver similmente fermato il colore che era molto vissigato [sic] al quadro rappresentante la Diposizione di croce di Caravaggio 123 ed averli ambedue lavati

ed aver lavato ancora il quadro di Guercino rappresentante S. Tommaso 124 che tocca il costato a N.S. e lavato il quadro rappresentante li Santi Martiri di monsieur Valentino 125 scudi 4

Somma in scudi 34

Ricevuti in conto scudi quindici scudi 15 Restano scudi 19



Io sottoscritto ho ricevuto il saldo del presente conto in fede questo di 19 febraio 1816

Lorenzo Principe




FONTI ARCHIVISTICHE

Archivio di Stato di Roma

Camerale II, Antichità e belle arti, b. 10

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2889

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2890

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2891

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2892

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2893

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, b. 2894

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, b. 955

Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, b. 956


NOTE

1 Cfr.: QUATREMÈRE DE QUINCY 1815; MISSIRINI 1824; QUATREMÈRE DE QUINCY 1834; D'ESTE 1864; PAVAN 1975; CICOGNARA 2017; LEONE 2022. Sul recupero delle opere da Parigi ricordiamo: CONTARINI 1891; LEMNI 1902; BERRA 1951; PIETRANGELI 1992; POMPONI 1994; JOHNS 1998; LENIAUD 2000; TAMBLÉ 2000; ZUCCOLI 2000; COLLINS 2004; GABBRIELLI 2009; EMILE-MÂLE 2016; PINELLI 2019; PAVANELLO 2019; WESCHER 2022.

2 CONTARINI 1891, p. 7.

3 Per questa ricerca devo ringraziare il dott. Milo Spaggiari, senza il quale il presente studio non esisterebbe. Ringrazio anche il dott. Davide Bolognesi per i preziosi consigli. Per la consultazione del fondo della Computisteria generale della Reverenda Camera Apostolica ringrazio vivamente la dott.ssa Claudia Ambrosio per il suo indispensabile aiuto. Ringrazio inoltre la dott.ssa Antonella Parisi, il dott. Filippo Vignato e il dott. Angelo Restaino. «Il copioso carteggio conservato nell'Archivio di stato di Roma merita di essere trascritto e pubblicato sistematicamente, ma anche e soprattutto di essere messo a confronto con i documenti sugli stessi affari conservati in diverse serie documentarie ed anche presso altri archivi. Solo così si potrà correttamente completare il quadro storico di questa vicenda, permettendone un'esatta valutazione ed offrendo a diversi campi di studio il materiale di base per le specifiche interpretazioni disciplinari», TAMBLÉ 2000, p. 483.

4 MISSIRINI 1824, p. 372. Cfr. PIETRANGELI 1992, p. 17, riporta che Canova fece testamento il giorno dopo, l'11 aprile.

5 L'ultima volta, durante il suo secondo soggiorno parigino, nell'ottobre – novembre 1810 Canova viene chiamato per fare il busto dell'imperatrice Maria Luisa e ottiene dei benefici per l'Accademia di San Luca. Indicativi a tal proposito sono i conversari del D'ESTE 1864, pp. 164 – 173.

6 GABBRIELLI 2009, p. 180. «Oltretutto questo recupero riguardò oltre alle opere d'arte anche beni librari e archivistici e questi ultimi non solo di carattere storico ma anche […] amministrativo e tecnico», TAMBLÉ 2000, p. 482.

7 Cfr. TAMBLÉ 2000, pp. 458 – 459.

8 D'ESTE 1864, p. 201.

9 Ivi, p. 202.

10 Ivi, p. 203.

11 Cfr. MISSIRINI 1824, pp. 382 – 383; CONTARINI 1891, pp. 42 – 44; GABBRIELLI 2009 pp. 181 – 182.

12 Archivio di Stato di Roma (da ora in poi ASR), Camerale II, Antichità e belle arti, b. 10, fasc. 245. I primi 100.000 franchi dei 198.425 totali.

13 PIETRANGELI 1992, p. 18: «Ambassadeur! Allons donc vous voulez dire emballeur, sans doute». Cfr. ZUCCOLI 2000, p. 626, PIETRANGELI 1985, p. 129.

14 CONTARINI 1891, p. 45.

15 Cfr. ASR, Camerale II, cit., POMPONI 1994, p. 749, PIETRANGELI 1985, p. 129, PIETRANGELI 1992, p. 18.

16 PIETRANGELI 1985, p. 130, cfr. GABBRIELLI 2009, p. 182.

17 CONTARINI 1892, p. 49.

18 WERSCHER 2022, p. 153.

19 A tal proposito si veda COSTARELLI 2022; Epistole 2002, p. 27.

20 MISSIRINI 1824, p. 396; D'ESTE 1864, p. 221, cfr. PIETRANGELI 1992, p. 19.

21 Cfr. PIETRANGELI 1992, p. 19, LEONE 2022, p. 448.

22 Ivi, p. 449.

23 Epistolario 2002, pp. 286 – 287. Le lettere di Charles Denis, console inglese a Civitavecchia, annunciano a Canova l'arrivo dell'Abundance a Civitavecchia il 14 giugno.

24 Reverenda Camera Apostolica. Prendiamo in analisi i seguenti documenti: ASR, Camerale II, Antichità e Belle Arti, b. 10; ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, bb. 2889 – 2894; ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, b. 955 - 956.

25 Camerale II, Antichità e Belle Arti, b. 10, fasc. 245. Cfr. TAMBLÉ 2000; POMPONI 1994.

26 Anche chiamato “dispaccio”.

27 Luigi Ercolani.

28 Già pubblicata da Donato Tamblé, cfr. TAMBLÉ 2000, pp. 491 - 492. Cfr. POMPONI 1994, pp. 755 – 756.

29 La presenza di questo numero riportato nel documento nel margine in alto a destra ci ha fatto pensare a una filza di giustificazioni da cui questo documento potrebbe essere stato estrapolato e inserito nella citata serie del Camerale II. E in effetti ne abbiamo trovato riscontro nella Computisteria generale della RCA, Divisione VI, Giustificazioni, b. 956. Cfr. Archivio della Computisteria 2016, PASTURA 1987, CHERUBINI 1988, PASTURA 1994; per i fondi camerali cfr. FELICI 1940.

30 Canova riceve dal governo inglese 198.425 franchi, di cui ne spende 145.326,23 e il cui resto – correttamente riportato – è di 53.098,77 franchi.

31 Dei 53.098,77 franchi, Canova ne trattiene 23.098,77 per le spese di collocamento delle opere, mentre i restanti 30.000 (e non 3.000, come indicato per una svista da POMPONI 1994, p. 755) sono consegnati alla Tesoreria per investirli in un fondo fruttifero e cambiati in valuta di 5.520 scudi.

32 Il governo pontificio eroga a Canova 31.935,14 franchi in due versamenti fatti a Parigi e a Milano. Canova dichiara di averne speso 28.385 per i viaggi, i restanti 3.600,14 vengono messi a disposizione del governo ma rimarranno a Canova.

33 La differenza qui non è riportata precisamente. Canova lascia il resto a disposizione del governo: 3600,14 franchi, ma 31.935,14 – 28.385 = 3550,14. Da un foglio del secondo conto il totale dato dal governo pontificio sarebbe di 31.993,15, la cifra è contraddetta dal conto fruttifero, che riporta 31.985 franchi, vd. nota 69.

34 Quindi i buoni ricevuti da Canova sono due: il primo di 30.000 franchi, corrispondenti a circa 5.520 scudi; il secondo di 50.000 franchi, ossia 9.200 scudi. La notizia di tale somma data al Canova dal governo inglese è nota da diversi studi. Cfr. MISSIRINI 1824, pp. 395, D'ESTE, p. 219, CONTARINI 1891, pp. 45 – 48; POMPONI 1994, pp. 741 e ss.

35 Si tratta del Monumento Stuart cfr. COSTARELLI 2022.

36 Si deduce che dei quasi 200.000 franchi ne rimangono 80.000 suddivisi in due fondi fruttiferi diversi: 30.000 vengono cambiati dalla Depositeria in un buono da 5.520 scudi; 50.000 in un buono di 9.200 scudi per il Monumento Stuart in basilica di San Pietro. La liquidità e i frutti di tali depositi sono gestiti dalla Depositeria generale.

37 La presenza di questo numero non è stata riportata né da Tamblé né da Pomponi, ma è evidente.

38 La Computisteria camerale è «l'organismo preposto alla registrazione delle transazioni pertinenti al sistema centrale – in una parola lo Stato – e successivamente al controllo della spesa pubblica», Archivio della Computisteria 2016, p. 16.

39 PASTURA 1993, pp. 171 e ss. Tamblé definisce il Camerale II, Antichità e belle arti, busta 10 una «miscellanea camerale», TAMBLÉ 2000, p. 466.

40 Elio LODOLINI, Prefazione, in PASTURA 1987, p. 5.

41 I documenti della Camera apostolica sono stati divisi in tre fondi: il Camerale I con le serie originali, il Camerale II con i documenti divisi per materia e il Camerale III che li ripartisce per toponomastica, cfr. PASTURA 1987, p. 11.

42 PASTURA 1987, p. 10.

43 Ivi, p. 22.

44 Cfr. Archivio della Computisteria 2016 e gli inventari dell'ASR. Fino al 1746 i documenti della Computisteria si trovano nel Camerale I.

45 PASTURA 1987, p. 67.

46 Ivi, p. 69.

47 Ivi, p. 31.

48 Sotto la colonna «Riporto».

49 ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, nn. 2889 – 2894 (vecchia numerazione cfr. tabella di raffronto inv. 200 in ASR).

50 ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, n. 2894, p. 170.

51 S'intende del 1816, non 1817 come potrebbe far pensare.

52 Il documento è diviso in quattro colonne: nella prima colonna il numero cardinale segna la quantità di pagamenti e sono ordinati progressivamente; la seconda riporta il mandato di pagamento con il destinatario; la terza riporta il numero alla serie delle Giustificazioni; la quarta il valore del pagamento in scudi. Nel nostro caso si tratta del 975° pagamento (conteggio a partire dal 1° gennaio 1818); «Al Marchese Antonio Canova ecc.»; giustificazione in filza al n. 389; 966 scudi pagati al Canova. Firmato da Antonio D'Este.

53 Computisteria generale, Divisione VI, Giustificazioni, n. 956.

54 Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, n. 2894.

55 Cfr. COSTARELLI 2022.

56 ASR, Camerale II, cit.: «Io sottoscritto riconosco aver ricevuto dai sig.ri Busoni Goupy la somma di franchi sedicimilanovecento novantasei, quindici centesimi e questo pagabili a Milano per il secondo terzo dovuto a M. Larchey Becquemis intraprendente del trasporto a Roma degli oggetti di belle arti esistenti nel Reale Museo di Parigi, dei quali dovranno esserne rimborsati dall'Eminentissimo cardinale Consalvi. Parigi 30 ottobre 1815. Fatta in doppio. A. D'Este». Nel documento n° 389 è scritto che, dei 31.985 franchi dati dal governo pontificio, 15.000 franchi sono stati erogati a Parigi e 16.985,14 a Milano, ma la nota sopracitata riporta 16.996,15 franchi pagati a Milano, la differenza è comunque irrisoria trattandosi di soli 11 scudi.

57 Cfr. il biglietto di Consalvi al Tesoriere generale trascritto sopra e la giustificazione n° 389 entrambi in ASR, Camerale II. Antichità e belle arti, b. 10, fasc. 245. Cfr. TAMBLÉ 2000, pp. 491 – 511. Tamblé oltre al biglietto di Consalvi pubblica anche le note con gli elenchi delle opere d'arte recuperate a Parigi.

58ASR, Camerale II, cit.: «1816. 17 Marzo scudi 36,510.20 valuta di franchi 198,425 ricevuti dalla generosità del Governo inglese per l'esecuzione della suddetta Commissione

Scudi 5,876.07 valuta di franchi 31,985.14 pagatigli dal Governo Pontificio per le spese de viaggi incontrate nell'adempimento dell'indicato carico».

59 Dunque, gli interessi sviluppati sono di 78 scudi a trimestre invece di 82.80, mentre per il secondo fondo i calcoli sono esatti e quindi i 9.200 sviluppano un interesse di 138 scudi a trimestre. Risultano registrati due trimestri al 29 giugno e al 29 settembre.

60 Il giornale delle spese doveva essere già stato consegnato.

61 Cfr. PIETRANGELI 1992, pp. 19 – 20.

62 Ibidem.

63 Spesso con delle correzioni in rosso cfr. elenco delle mémoires e note allegate in POMPONI 1994, pp. 755 – 756.

64 ASR, Camerale II, cit.: «scudi 26.740,03 valuta di franchi 145.326,23 a cui ascendono le spese fatte all'imballaggi, fattura delle casse e trasporti de' monumenti ricuperati in Parigi, come risulta dalli documenti esibiti, ed inseriti nel citato biglietto».

65 «Etat des expedetions de caisse de statue et tableaux faites par l'entreprise de Larcher – Bequemis entrepreneur de roulage à Paris, par ordre de Monsieur le Chevalier Canova et en conformité du marché passé [vuoto] les dites caisse adressée a Sa Santité Pie VII à Rome», Camerale II, cit.; cfr. PIETRANGELI 1992, p. 19: «Il 26 ottobre [1815] stipulò un contratto con l'impresa Larcher-Becquemis in base al quale un primo convoglio di opere, chiuse in trentaquattro casse del peso di quasi quarantanove tonnellate, sarebbe stato trasportato via terra a Roma in trentacinque giorni, facendo la stessa strada del convoglio austriaco che era scortato da un battaglione di soldati; il costo fu di 50.919 franchi». Pietrangeli riporta anche un altro contratto stipulato da Alessandro D'Este con Larcher-Becquemis, il 13 novembre 1815.

66 Due rate di 16.973,14 franchi, la terza di due centesimi in più, per un totale di 50.919,44 franchi.

67 «Ristretto Generale. Incassati a Parigi: franchi 100.000. Incassati a Roma: franchi 98.425. In tutto franchi 19.8425. Spese. Trasporto di tutti gli oggetti dal Museo alla Caserma, fattura di ordegni, mensuali e spese giornaliere a norma delle annesse giustificazioni: franchi 33.416,80. Incasso ed imballaggio di tutti gli oggetti a norma delle annesse giustificazioni: franchi 42.551,90. Trasporto di tutti gli oggetti in Roma ed in Anversa: franchi 69.357,53. In tutto: franchi 145.326,23. Restano in cassa: franchi 53.098,77», ivi. La punteggiatura è nostra.

68 A partire da Missirini in poi, cfr. MISSIRINI 1824, pp. 396.

69 Vd. nota 33. Abbiamo riscontrato diverse incongruenze nei documenti sulla somma erogata dal governo pontificio: la lettera di Consalvi parla di 31.935,14 franchi, un foglio sommario riporta 31.993,15, mentre nel calcolo degli investimenti fruttiferi troviamo 31.985,14 franchi.

70 ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, n. 955 (anno 1818), g. 301. Per permettere di distinguere le serie documentarie dai nomi comuni li citiamo in maiuscolo e in corsivo.

71 Vd. nota 53.

72 ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Depositeria generale – Registri dei mandati, n. 2894, p. 136 (11 febbraio 1818).

73 In realtà solo il Giornale riporta alla fine la data (mancante del giorno) al novembre 1817, mentre il Conto no.

74 Anche se il Conto è posto in filza prima del Giornale. Ne riportiamo il titolo: Giornale di spese che si fanno per la collocazione dei monumenti venuti da Parigi con il primo convoglio, e per il trasporto, e collocazione dei monumenti venuti con il secondo convoglio proveniente d'Anversa.

75 ASR, Computisteria generale della R.C.A., Divisione VI, Giustificazioni, n. 955. Manca il giorno.

76 Ivi.

77 Un periodo più lungo, dunque, rispetto al Giornale e difatti il quaderno risulta leggermente più lungo (23 pagine).

78 Riceve poi altri pagamenti per il lavoro svolto durante il trasporto e per l'approvvigionamento della sua cavalla.

79 Ivi, giustificazione n° 39.

80 Ivi, giustificazione 12.

81 Proponiamo sinteticamente un possibile riconoscimento delle opere citate, anche se l'analisi di tale identificazione esula dal nostro studio: il Martirio di S. Erasmo di Nicolas Poussin; la Deposizione dalla croce di Federico Barocci; San Gregorio e il miracolo del corporale e La visione di San Romualdo di Andrea Sacchi; un San Petronio, Il martirio di Santa Petronilla, L'incredulità di San Tommaso del Guercino; Comunione di San Girolamo di Domenichino; la Deposizione di Caravaggio; una Natività della Madonna di un Carracci, forse la Natività della Vergine di Annibale (che però è rimasta a Parigi); infine il Martirio dei Ss. Processo e Martiniano di Valentin de Boulogne. Vd. Appendice.

82Cfr. PIETRANGELI 1985; LIVERANI 2004; SGARBOZZA 2006.

83 ASR, Computisteria generale della R.C.A, cit.

84 Ivi, giustificazione n° 28. Il Gladiatore moribondo è notoriamente il Galata morente.

85 Ivi, giustificazione n° 32

86 Ivi, giustificazione, n° 50. La cambiale tratta emessa il 15 giugno ha una scadenza di 15 giorni a vista e viene girata a varie persone, tra cui Camillo Borghese. Alla fine viene pagata il 31 luglio, il che farebbe pensare che sia arrivata a Canova il 15 o il 16 luglio (a patto che Canova ne abbia rispettato la scadenza).

87 «Londra, questo 8 di aprile 1816. Caro mio Marchese, la presente non serve altro che per avertirvi che il capitano Oake partirà questa settimana dal fiume Tamigi, per rendersi in Anversa col bastimento «Abondantia», per ivi ricevere al suo bordo dalle mani de monsieur Cenie tutte le casse, grandi ‹ e › piccole, che [lei] avete fatto mandare l'autunno passato», lettera di William Richard Hamilton a Canova, Epistole 2002, p. 189.

88 PIETRANGELI 1992, p. 19. Cfr. D'ESTE 1864, p. 246.

89 Epistole 2002, p. 231. Nella stessa lettera vi è la prima menzione delle teste ideali da mandare con la stessa fregata da Civitavecchia a Londra. Cfr. Canova Ideal heads 1997.

90 «Civita Vecchia, 14 june 1816. Dear Sir, I have the great satisfaction in announcing to you the arrival this day of the Abundance store ship from Antwerp with forty or fifty cases of marble statues and other things have been restored by the king of France to his Holiness. I Enclose a letter from Mr. Hamilton he thinks it probable that you may wish to send some cases to England for the Prince Regent by this ship. I beg leave to offer you every assistance in my power. I have the honor to be Dear Sir with the highest respect and esteem your most obedient very humble servant. Charles Denis, British Consul», Epistole 2002, p. 286.

91 Busoni Louis Goupy, banchiere francese.

92 Epistole 2002, p. 292.

93 C'è anche un altro pagamento a Fulgoni: «per qualunque spesa occorrente agli oggetti d'arte da trasportarsi da Civitavecchia a Roma», giustificazione n° 92 del 12 luglio 1816.

94 PIETRANGELI 1985, p. 134.

95 Fulgoni compare anche nella lettera di Sessure frères et compagnie (Anversa, 19 marzo 1816) che informa il Canova di aver consegnato quattro casse ad Anversa, con le opere che il principe Albani vende al principe Ludwig di Baviera, «sous le garde de messieurs Fulgoni e Giovanni Cetari [sic]». Epistole 2002, pp. 152 – 154; cfr. anche ivi, p. 168.

96 Ivi, giustificazione n° 97. Su Michele Ilari cfr. LIVERANI 2004, p. 86.

97 Cifra poi corretta in 10.104,86 ½ scudi.

98 Anche se abbiamo che la cifra è incongrua rispetto a quella riportata nella giustificazione n° 389 in ASR, Camerale II, cit.

99 Escluse le somme date per il Monumento Stuart e i relativi frutti.

100 Tutti i nomi comuni sono riportati in minuscolo e le “j” sono trascritte in “i”, secondo l'italiano corrente.

101 § “eccetera”, anche la punteggiatura è corretta per agevolare la lettura.

102 Tutte le cifre sono da considerare in scudi romani, mentre i centesimi sono riportati dopo il punto e indicano i baiocchi.

103

104 Tutte le abbreviazioni sono sciolte, tranne quelle dei titoli come “signore”, lasciati abbreviati come nel documento.

105 Ogni foglio del Conto riporta in basso la somma totale in scudi e baiocchi.

106 Ogni foglio riporta in alto l'anno e la somma delle spese fin lì, le restanti voci del foglio vengono sommate in fondo.

107 Torso del Belvedere nei Musei Vaticani, Museo Pio – clementino; Galata morente nei Musei Capitolino, Palazzo nuovo.

108 Nella relativa giustificazione sono menzionati «due bilichi grandi» e «tre bilichi piccoli».

109 Nella relativa giustificazione si legge: «permessi di studiare ne' musei».

110 PIETRANGELI 1992, p. 20: «La prima scultura ad essere sbarcata il 18 giugno fu la più pesante e cioè il Nilo, mentre la gemella, il Tevere, fu purtroppo lasciata a Parigi».

111 Cfr. LIVERANI 2004, p. 86.

112 Nella relativa giustificazione sono riportati i restauri alle seguenti statue: Meleagro, un piccolo Leone nella Sala degli animali, Arianna dello scoglio (l'Arianna dormiente), un'Amazzone, Menandro, una Venere, le muse Talia, Clio, Polimnia, Calliope, Tersicore, Apollo Citaredo, Cerere colossale, Busto di Oceano, Busto di Giove Serapide, Sardanapalo, Istrione, Discobolo, 27 vasi nella Galleria (non specificata), Putto con cigno, Cibele, 72 erme di filosofi, 14 urne al corridore lapidario, 8 teste «attaccati ai loro busti e messi in opera nel semicircolo dietro il nicchione», 4 teste sopra 4 busti al Palazzo Quirinale, un Busto di Minerva.

113 Nei Musei Vaticani Belli lavora agli zoccoli di una statua di Cleopatra e di un'urna; nei Musei Capitolini di una statua di Agrippina, del Gladiatore moribondo (Galata morente), di «Appollo lirico» (sic) e di una Venere.

114 Non trascriviamo l'appunto a margine con il calcolo delle detrazioni.

115 Il Martirio di S. Erasmo di Nicolas Poussin. Musei Vaticani.

116 Non siamo riusciti a identificare l'opera.

117 La Deposizione dalla croce di Federico Barocci. Cattedrale di San Lorenzo, Perugia.

118 San Gregorio e il miracolo del corporale di Andrea Sacchi. Musei Vaticani.

119 Questa nota pone dei dubbi: innanzitutto non è riportato il nome del Carracci; questa ambiguità rende più difficile l'identificazione visto che la Natività della Vergine di Annibale Carracci è una delle opere rimaste a Parigi al Museo del Louvre.

120 La Comunione di San Girolamo di Domenichino, Musei Vaticani.

121 Il martirio di Santa Petronilla di Guercino, Musei Capitolini.

122 La visione di San Romualdo di Andrea Sacchi. Musei Vaticani.

123 La Deposizione di Caravaggio. Musei Vaticani.

124 L'incredulità di Tommaso del Guercino. Musei Vaticani.

125 il Martirio dei Ss. Processo e Martiniano di Valentin de Boulogne. Musei Vaticani.






          

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Valter CURZI, Bene culturale e pubblica utilità: politiche di tutela a Roma tra Ancient Régime e Restaurazione, Argelato, Minerva, 2004.

D'ESTE 1864

Antonio D'ESTE, Memorie di Antonio Canova, Firenze, Felice Le Monnier, 1864.

EMILE-MÂLE 2016

Gilbert EMILE-MÂLE, Opere d'arte prese in Italia nel corso della campagna napoleonica 1796 – 1811 e riprese da Antonio Canova nel 1815, a cura di Andrea EMILIANI, Bologna, Accademia Clementina, Faenza, Carta Bianca, 2016.

Epistole 2002

Epistolario (1816 – 1817), a cura di Hugh HONOUR e Paolo MARIUZ, Roma, Salerno editrice, 2002, tomi 1 – 2.

FELICI 1940

Guglielmo FELICI, La Reverenda Camera Apostolica. Studio storico – giuridico, Città del Vaticano, Tipografia poliglotta vaticana, 1940.

FERRAJOLI 1888

Alessandro FERRAJOLI, Lettere inedite di Antonio Canova al Cardinale Ercole Consalvi, Roma, Forzani, 1888.

GABBRIELLI 2009

Veronica GABBRIELLI, Patrimoni contesi. Gli Stati italiani e il recupero delle opere d'arte trafugate in Francia. Storia e fonti (1814 – 1818), Firenze, Edizioni Polistampa, 2009.

JOHNS 1998

Christopher M.S. JOHNS, Canova and the politics of patronage in revolutionary and Napoleonic Europe, Berkeley, University of California press, 1998.

Ideologie e patrimonio 2000

Ideologie e patrimonio storico – culturale nell'età rivoluzionaria e napoleonica. A proposito del trattato di Tolentino, atti del convegno (Tolentino, 18-21 settembre 1997), Roma, Ministero dei beni e delle attività culturali – Ufficio centrale per i beni archivistici, 2000.

LEMNI 1902

Francesco LEMNI, Documenti sulla restituzione delle opere d'arte e di antichità trasportate in Francia durante la Repubblica francese e l'Impero, in “Revue napolèonienne”, n. 7, 1902.

LENIAUD 2000

Jean-Michel LENIAUD, Canova et la question des spoliations d'œuvres d'art, in Canova ambiente artistico 2000, pp. 481 – 490.

LEONE 2022

Francesco LEONE, Antonio Canova. La vita e l'opera, Roma, Officina libraria, 2022.

LIVERANI 2004

Paolo LIVERANI, La nascita del Museo Pio-Clementino e la politica canoviana dei Musei Vaticani, in Canova direttore dei Musei. La settimana di Studi Canoviani, atti a cura di Manlio PASTORE STOCCHI, Bassano del Grappa, 2004, pp. 75 – 102.

MISSIRINI 1824

Melchiorre MISSIRINI, Della vita di Antonio Canova. Libri quattro, Prato, Fratelli Giachetti, 1824.

Museo universale 2016

Il museo universale: dal sogno di Napoleone a Canova, a cura di CURZI Valter e BROOK Carolina, catalogo della mostra Roma Scuderie del Quirinale, 16 dicembre 2016 – 12 marzo 2017, Milano, Skira, 2016.

NAGARI 1992

Maria NAGARI, Canova a Parigi nel 1815, in “Nuova antologia. Rivista di lettere scienze e arti”, luglio – settembre 1992, pp. 268 – 281.

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Maria Grazia PASTURA RUGGIERO, La Reverenda camera apostolica e i suoi archivi (secoli XV – XVIII), Roma, Archivio di Stato di Roma, 1987.

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Ead., Breve storia dello smembramento degli archii della Camera Apostolica, in “Roma moderna e contemporanea”, anno I, n. 2 (maggio – agosto 1993), Archivio Guido Izzi, 1993.

PASTURA 1994

Ead., La Computisteria generale organizza la consultabilità del proprio archivio alla fine del XVIII, in Archivi e Archivistica a Roma dopo l'Unità. Genesi storica, ordinamenti, interrelazioni, Atti del convegno (Roma, 12 – 14 marzo 1990), Roma, Ministero dei beni e delle attività culturali e ambientali – Ufficio centrale per i beni archivistici, 1994, pp. 294 – 331.

PAVAN 1975

Massimiliano PAVAN, Canova, Antonio, voce in Dizionario biografico degli italiani, vol. 18, Treccani, 1975.

PAVAN 2004

Id., Scritti su Canova e il Neoclassicismo, Treviso, Edizioni Canova, 2004.

PAVANELLO 2022

Giuseppe PAVANELLO, Canova a Parigi, 1815: il recupero delle opere d'arte sottratte agli stati d'Italia, in Canova eterna bellezza 2019, pp. 126 – 131.

PIETRANGELI 1985

Carlo PIETRANGELI, I Musei Vaticani: cinque secoli di storia, Roma, Qua Sar, 1985.

PIETRANGELI 1992

Id., Un ambasciatore d'eccezione: Canova a Parigi, catalogo della mostra Antonio Canova, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 15 – 21.

POMPONI 1994

Massimo POMPONI, Fonti per la storia dei monumenti antichi di Roma. Nuove evidenze sulla missione di Canova a Parigi, in “Accademia nazionale dei Lincei, Classe di scienze morali, storiche e filologiche: Rendiconti”, s. 9, v. 5, 1994, pp. 739 – 761.

ROVERI 1970

Alessandro ROVERI, La missione Consalvi e il Congresso di Vienna. I serie: 1814 - 1830, Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1970.

QUATREMÈRE DE QUINCY 1815

Antoine Chrysostome QUATREMÈRE DE QUINCY, Lettre sur le préjudice qu'occasionneroient aux Art et à la Science, le déplacement des monuments de l'art de l'Italie, le démembrement de ses ecole et la spoliation de ses collections, galeries, musées etc par M. Quatremere de Quincy nouvelle édition, faite sur celle de Paris de 1796, Roma, 1815.

QUATREMÈRE DE QUINCY 1834

ID., Canova et ses ouvrages, ou Mémoires historiques sur la vie et les travaux de ce célèbre artiste, Parigi, Adrien Le Clere, 1834.

QUATREMÈRE DE QUINCY 1836

ID., Lettres sur l'enlèvement des ouvrages de l'art antique a Athènes et a Rome écrites les unes au célèbre Canova les autrés au Génèral Miranda, Paris, Adrien Le Clere, 1836.

TAMBLÉ 2000

Donato TAMBLÉ, Il ritorno dei beni culturali dalla Francia nello Stato pontificio e l'inizio della politica culturale della restaurazione nei documenti camerali dell'Archivio di Stato di Roma, in Ideologie e patrimonio 2000, pp. 457 – 513.

SGARBI 2023

Vittorio SGARBI, Antonio Canova e Bernardino Nocchi: due vite parallele, in Canova Neoclassicismo Lucca 2023, pp. 19 – 31.

SGARBOZZA 2006

Ilaria SGARBOZZA, Alle origini della Pinacoteca Vaticana. Il dibattito sulla musealizzazione dei dipinti restituiti allo Stato Pontificio dal Musée Napoléon, in “Bollettino. Monumenti, Musei e Gallerie Pontificie, n. 25, 2006, pp. 291 – 326.

WESCHER 2022

Paul WESCHER, I furti d'arte. Napoleone e la nascita del Louvre, Milano, Res Gestae, 2022.

ZUCCOLI 2000

Franca ZUCCOLI, Le ripercussioni del trattato di Tolentino sull'attività diplomatica di Antonio Canova nel 1815 per il recupero delle opere d'arte, in Ideologie e patrimonio 2000, pp. 611 – 632.


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