La mostra
Per la prima volta grazie alla proficua collaborazione tra la Fondazione Roma e la prestigiosa Gemäldegallerie di Berlino arriva nella capitale una mostra insolita, qualificata da un corpus di opere affatto inedito per il pubblico italiano, abituato ad un'arte assolutamente diversa rispetto a quella che si può visitare fino al 15 febbraio del prossimo anno presso il Museo del Corso, che celebra con questo evento la sua ultima esposizione nella sede storica del tratto urbano di Via Flaminia , dove il Banco di Roma, poi Banca di Roma, aveva aperto la sua prima agenzia.
La mostra è curata dal direttore della galleria berlinese, il Prof. Bernd Lindemann, che presta tutte le 55 opere esposte a Roma, in collaborazione con il soprintendente al Polo Museale Romano Claudio Strinati e con Mondo Mostre, che si è occupato dell'aspetto organizzativo.
Un'intera sezione di dipinti del XVII secolo di area olandese e fiamminga è stata trasferita qui per dar vita alla singolare esposizione romana. Quella tedesca è una delle più importanti raccolte al mondo di opere del cosiddetto "secolo d'oro" della pittura nordica, caratterizzata da quadri di un notevole livello qualitativo, come il Cambiavalute e il Ritratto di Hendrickje Stoffels (fig. 1) di Harmensz Rembrand van Rijn, la Ragazza col filo di perle di Jan Vermeer (fig. 2), la Madre (fig. 3) e la Pesatrice d'oro di Pieter de Hooch, il Paesaggio con l'impiccato di Pieter Paul Rubens e i ritratti di Anton van Dyck. Un genere artistico poco visibile nei musei italiani che consente al visitatore di aprirsi ad un concetto di cultura completamente diverso, derivante da una propensione economico-sociale di stampo protestante. Quest'arte esibisce valori antitetici rispetto a quelli espressi dall'arte nostrana, basata su un certo trionfalismo barocco di matrice religiosa.
Il contesto storico è fondamentale per comprendere il perché la pittura e l'arte dei Paesi Bassi si differenzi tanto da quella italiana, dominata dal sistema del mecenatismo clericale.
Con la nascita della Repubblica delle Provincie Unite (1588) determinata dalla rottura politica, economica e religiosa tra i paesi del Sud e quelli del Nord, si delinea una nuova situazione per l'artista che, non avendo più referenti ufficiali per cui lavorare, deve inventarsi un nuovo lavoro e collocarsi fisicamente sul mercato come venditore della propria "merce". I quadri prodotti, infatti, non sono frutto di commissioni, piuttosto della mera attività creativa volti ad essere espressione diretta del gusto della piccola e media borghesia nascente che diventa il primo e fondamentale interlocutore degli artisti. L'arte diviene un'attività economica vera e propria. Le opere dei pittori, che, in quanto simbolo di potere e ricchezza, da sempre sono considerate uno status symbol per le classi più abbienti, rappresentano il mezzo attraverso cui il nuovo ceto borghese persegue ed attua la propria affermazione sociale. Da qui la copiosità di opere riferite al XVII secolo prodotta nei territori delle Fiandre e dell'Olanda.
La mostra è presentata da una serie di pannelli didattici che aiutano il fruitore a comprendere il contesto storico, l'esposizione altrimenti risulterebbe alquanto ostica e dimessa.
Quattro le sezioni della rassegna:
1. La pittura d'interni: forse la più singolare rispetto al tipo di quadri realizzati in Italia. Interni in fuga, costruiti ad arte, caratterizzati nei minimi particolari restituiscono la realtà delle tipiche abitazioni borghesi dei Paesi Bassi.
2. La pittura di storia: ritenuta da sempre il genere maggiore di arte praticabile, mostra con un realismo tutto nordico temi e soggetti riconducibili alla cultura dei luoghi in cui sono stati ideati.
3. Vedute e paesaggi: la sezione è sorprendentemente multiforme. Stupisce la varietà e le capacità inventive di questi artisti abituati vedere lande piatte ed omogenee, al limite della monotonia, però in grado di realizzare opere con panorami naturalistici assolutamente veri e vari.
4. I ritratti: sezione particolarmente intensa e ben curata nell'allestimento. Si tratta di dipinti con un carattere particolarmente ufficiale, che esaltano il ruolo dei rappresentati.
Il catalogo
Il catalogo, stampato da Federico Motta Editore, dal titolo Da Rembrandt a Vermeer. Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del '600, è a cura di B. Lindemann, curatore della mostra in collaborazione con C. Strinati. Tipograficamente apprezzabile, esibisce pregevoli illustrazione di opere e dei particolari.
Due gli scritti redatti da Lindermann e Strinati:
1. Olanda e Fiandre. Analogie e peculiarità di B. Lindermann: un corposo, esaustivo e coinvolgente saggio, per dichiarazione dello stesso autore concepito in maniera semplice e lineare, non per esperti di arte, affinché chiunque possa comprendere ed appassionarsi al "secolo d'oro" dell'arte nordica.
2. Paesi Bassi e Italia di C. Strinati: un breve scritto fondamentale per intendere i rapporti tra questi due paesi, dove lo sviluppo artistico ha seguito strade completamente opposte.
Tutte le opere sono rappresentate in catalogo con immagini ampie, ricche di particolari, corredate da schede critiche, volutamente semplici e chiare, a cura dello stesso Lindemann.
Spiace rilevare la mancanza di dei cosiddetti Apparati, noiosi elenchi per un pubblico generalista, ma fondamentali per studenti e ricercatori che potrebbero avvalersi di uno strumento utilissimo come il catalogo della mostra.
A conclusione presenta le fondamentali ed imprescindibili, per gli addetti ai lavori, referenze fotografiche.
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