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Mostra di Poesia Visiva: una recensione  
Alessandra Bertuzzi
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 14 Novembre 2010, n. 581
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Area Mostre

Si è svolta a Forlì (FC) dal 9 al 21 ottobre 2010, un'interessante mostra organizzata  dal Centro Culturale L'Ortica, operante in città da oltre vent'anni, editrice della nota rivista letteraria "L'Ortica".

Questa iniziativa nasce da un'idea di Davide Argnani (poeta lineare e visivo, critico e operatore culturale) di fare qualcosa di diverso su un tema specifico e riportare sulla scena forlivese, a vent'anni di distanza, il “Progetto 80 – Mostra di «Poesia Visiva» a Forlì”.

Come spiega infatti Argani, si tratta di un revival della mostra organizzata il 3 maggio del 1980 e da lui curata in collaborazione con Erio Sughi; in occasione, all'epoca, della giornata di incontri al Centro Culturale "Nuovo Ruolo". Eugenio Miccini, nell'ambito di quello stesso evento, apriva la Mostra di Poesia Visiva "Progetto 80" e nell'esposizione attuale viene a lui dedicata una sezione speciale.

La poesia visiva oggi è non solo possibile, ma necessaria.

I Visivi prendono tutto il materiale offerto dalla realtà, andando oltre l'analisi strutturalistica, ricomponendo, deformato, il dato visivo abituale affinché lo spettatore/lettore, osservandolo/leggendolo, ne venga respinto e impari a comprenderne l'effettiva sostanza.

La poesia visiva è l'unica forma di espressione artistica politicamente impegnata e valida tutt'oggi.

Si utilizzano materiali in generale poveri: giornali, manifesti, annunci pubblicitari, fotografie, mozziconi di parole, raccolti ovunque. Rifusi e poi ricomposti con tecniche diverse, per creare opere/documenti in cui influiscono il soggetto/artista e l'oggetto/realtà.

L'artista si sente così libero di andare, di fare, di pensare, e mettersi in discussione.

Una maniera, questa, di fare arte/espressione che si ritrova persino partendo dall'uomo delle caverne il quale, di-segnando sulla roccia graffiti, ci ha dato testimonianza della propria presenza.

Prosegue, inoltre, nel 1913 con il poeta italo/francese Guillaume Apollinaire (Roma 1880 - Parigi 1918) il quale osò provocare i suoi contemporanei con i famosi Calligrammes, esprimendo una nuova visione poetica libera dalle costrizioni della metrica e scritta al fine di comporre un disegno, immagine. Continuando, si trovano esempi anche di qualche decennio più tardi, come nel caso del poeta gallese Dylan Thomas con i suoi parallelogrammi.

Ma in Italia si parla di Poesia Visiva solo dopo la metà del secolo scorso, grazie a due spiriti ribelli e innovatori come Eugenio Miccini (Fig. 1) e Lamberto Pignotti (Fig. 2), che diedero vita al famoso Gruppo '70 in contrapposizione al precedente Gruppo '63. Grazie a queste due importanti personalità, la poesia visiva si diffonderà poi in tutto il mondo; ed è proprio con un omaggio a Miccini, che si apre la mostra forlivese (Fig. 3).

“La Poesia Visiva nasce, nonostante tutte le diverse e molteplici relazioni con analoghi fenomeni precedenti … in Italia negli anni 1962/63.

Alcuni protagonisti si trovarono- tra Firenze, Roma e Napoli-  ad operare a distanza sopra le stesse esperienze, poi con diverse motivazioni ideologiche, metodologiche ed estetiche raccolte e diffuse dal Gruppo '70 di Firenze.

Vero è che nel suo ormai  lungo corso le varie puntualizzazioni poetiche hanno preso caratteri e sfumature diversi perfino antagonisti.

Era ed è il segno di quella partecipazione ad un “movimento” che, ad opera delle singole personalità, doveva ulteriormente precisarsi in ordine a determinate opzioni tecniche, stilistiche ed ideologiche….”

…. “L'arte, è stato detto giustamente più volte, non è un hortus conclusus ma un processo, tanto più oggi che questo suo “divenire” ha preso una costante accelerazione, con l'inevitabile, progressiva entropia negativa che caratterizza gli aspetti transeunti di ogni “progresso”.

La Poesia Visiva, infrangendo il privilegio accordato all'uso verbale della parola o alla parola tout court, si pone all'esterno della letteratura in quanto non le è complementare, non ne attinge direttamente i modelli, non ne rispetta i “generi” e si postula addirittura come alternativa….” (Eugenio Miccini).

In mostra oltre 80 autori, provenienti da tutto il mondo, per un'esposizione complessiva di più di 100 lavori.

Si possono ammirare opere di pittura, (Rosetta Berardi con i suoi ideogrammi su seta); scultura, (la scarpa di Alfonso Lentini (fig. 4) o il gomitolo DIE ZEIT di Ivano Vitali) (fig. 5); mail art di Ginetta Maria Fino (Bologna) con i suoi “pensieri di cartone”; i papier collé provocatori di Antonio De Marchi-Gherini; un quadro “parlante” che racconta la Commedia dantesca di Eltore Elica (autore forlivese); la francese Maryse Aspart (fig. 6); Arrigo Lora Totino (fig. 7) fino a giungere alla sezione “Fuori Programma”, proveniente dall'archivio Argnani-Miccini, con opere dal mondo di Ugo Carrera, William Xerra, Kiki Franceschi e Tomaso Binga, Geo Berechet, Alain Arias Misson ed altri ancora.

Una mostra di respiro internazionale, ricca di esperienze e sperimentazioni diverse capaci di diffondere un messaggio, talvolta personale (Maria Filippa Zaiti), talvolta provocatorio, nei confronti di una società che non lascia più un ampio margine alla diffusione del libero pensiero.

Come dice l'autrice Bice Garzoni: “Io scrivo poesie, ma nessuno legge poesie. Dunque il mio lavoro nasce come provocazione: inserire parole (le mie) su immagini. Uno scenario seducente, accattivante, intrigante.
L'occhio viene catturato, costringe all'avvicinamento, e lì, è spinto alla lettura, l'arrendevolezza alla disponibilità discorsiva; o semplicemente dal gusto estetico che cela comunque il concetto ideale.
Nell'economia sentimentale, il linguaggio è minaccia, è un dire e ridire di slogan, codici.
Io voglio rischiare, dire il taciuto e il negato; tutto ciò di cui sono capace.
Sono presa da questa etica del Nulla; scansionando il Niente uso la parola parlata, la trasformo in visuale, in pura estetica.
Parole riscattate per quello che vogliono dire, diventano strumento.

Dicono … dicono. Ed è probabile che io scriva perché mi piace farlo.” (Bice Garzoni).

Una mostra che esorta alla riflessione, consigliata a tutti coloro che sono affascinati dalla sperimentazione di diversi generi artistici che vanno “oltre la pittura” e che continuano a sperare che la poesia, nel XXI° secolo, sia ancora un'arte che parla la nostra lingua.

“La poesia è morta ? Viva la poesia !”





LA MOSTRA

“poesia visiva oggi ? vietato pensare ma liberi di andare”
Con un “omaggio” a EUGENIO MICCINI.
Presso sala Menouno del Mega di Forlì - C.so Della Repubblica n. 144 - Forlì (FC)








Fig. 1
EUGENIO MICCINI (Firenze 1925-2007), Poetry is dead, 1981
Collage in serigrafia a colori, cm. 38 x 57
Collez. privata

Fig. 2
LAMBERTO PIGNOTTI, Visibile Invisibile, circa 1986
Collage su cartoncino A4,
Forlì, Archivio Davide Argnani

Fig. 3
Omaggio a Eugenio Miccini - opere varie
Mostra poesia visiva a Forlì 9-21 ottobre 2010

Fig. 4
ALFONSO LENTINI (Belluno), ANDARE (poesia oggettuale dedicata ad A. R., ragazzo dalle suole di vento), Belluno, 2010
carta incollata e pigmenti su scarpa
cm. 25 x 10 x 8 (circa)
Proprietà dell'autore (attualmente presso l'Archivio Ortica di Forlì)

Fig. 5
IVANO VITALI (Firenze), Die Zeit, 2002
carta attorcigliata del settimanale tedesco "Die Zeit" senza uso di acqua, colla o coloranti
Diametro 40 cm. e spessore del maxi filo 1,5 cm.
Associazione culturale artnest creatività e benessere - Firenze
Foto: Ivano Vitali
Info: www.artnest.it

Fig. 6
MARYSE ASPART (Lagnes, Francia), Blasphemart, 2010
Fotomontaggio, su cartoncino (cm. 19 x 33)
Forlì, "Archivio poesia visiva L'Ortica"

Fig. 7
ARRIGO LORA TOTINO (Torino), Io sono, 2010
Collage su cartoncino A4
Forlì, "Archivio poesia visiva L'Ortica"

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