Si è aperta il 30 settembre a
Foligno (PG) una mostra personale di un giovane artista emergente
dell’Accademia di Belle Arti di Bologna: Niccolò Tramontana.
L'esposizione consta di una decina di opere: tra dipinti olio su tela e incisioni ad acquaforte, i lavori si presentano tutti senza titolo. Questa scelta è dettata dalla volontà dell'artista di creare opere che siano svincolate da una lettura forzatamente connessa al loro nome.
L’intento, infatti, è quello di sollecitare
un numero infinito di interpretazioni, perché è la rappresentazione artistica
stessa ad essere proposta allo spettatore come problema. Questo processo
diventa emblematico per una storia dell’arte che presenta una molteplicità di
significati e ambiguità all’interno di un linguaggio non figurativo.
Dal Professore dell'Accademia delle Belle Arti di Bologna, Giovanni Mundula, Niccolò impara i precetti dell’Arte Concettuale.
La parola e il testo, come materiale di produzione artistica, assumono un ruolo di primo piano in questa
forma d'arte e in quella di molti artisti contemporanei ispirati a
strategie concettuali. “Il linguaggio rappresenta in un
certo senso la “cifra” dell’Arte Concettuale. Sul finire degli anni Sessanta i
testi invasero le gallerie d’arte e la distinzione tra spazi espositivi e
luoghi di pubblicazione cessò di esistere”.
Il giovane artista tuttavia sente
l’esigenza di uscire dall’idea che dietro ogni opera si nasconda un messaggio
preciso e, così, si discosta dal modello concettuale per trovare uno stile
personale non descrittivo.
Come scrive Svetlana Alpers nel
libro Arte del descrivere: «..le
immagini non mascherano significati, né li nascondono dietro la superficie, ma
mostrano piuttosto che il significato si trova per sua natura in ciò che
l’occhio è in grado di cogliere per quanto ingannevole possa essere».
Si potrebbe quindi affermare che
l’opera di Niccolò Tramontana si accosta in pieno all’equazione di Marshall
MCLuhan, secondo la quale “Il medium è
il messaggio”.
La sua arte vuole infatti
suscitare negli utenti-spettatori determinate reazioni e comportamenti
svincolati dalla forma mentis
dell’artista. Il suo modo di lavorare il colore
e lo stile adottato nascono dalla consapevolezza di ciò che offre il panorama
artistico contemporaneo. Il pittore, conscio dell’insegnamento impartito in Accademia, si rende conto di avere un orientamento artistico pessimista: dopo aver visto ciò che è già stato creato e ciò che
presenta il panorama contemporaneo, «oggi non siamo nell’era della pittura».
Nell’Arte Contemporanea, infatti,
ci sono cose più appropriate all’epoca nella quale viviamo, come ad esempio
video arte e installazioni che interagiscono con lo spazio e che usano
tecnologie contemporanee che ben si adeguano al concetto di “progresso
tecnologico” che caratterizza la nostra era. Tela, legno e pittura risultano
oggi dei media poco utilizzati e “vintage”.
Il suo approccio è per questo
motivo molto personale e umile perché, consapevole di essere all’inizio del suo
percorso artistico, non vuole inserirsi nel panorama dell’Arte Contemporanea.
Prima di arrivare a “superare” la
pittura, cerca ora di migliorare la sua tecnica e il suo lavoro concentrandosi
sull’olio e sul colore, con la consapevolezza di essere un artista
anacronistico, ma nella speranza di riuscire a comunicare qualcosa. Nei suoi lavori, infatti, risulta
subito evidente lo studio sul colore (Fig. 1-2).
La tecnica utilizzata nella
maggior parte dei casi è quella dell’olio su tela che, grazie alla sua grande
versatilità, permette all’artista di arrivare a nuove sperimentazioni e ha
sempre molto da dire.
In altri lavori, invece, unisce tecniche diverse lavorando anche sul supporto con graffi e bruciature (Fig.
3-4), stando attento però a non richiamare troppo le opere di Alberto Burri
(1915- 1995).
Tra le opere esposte risultano anche alcune incisioni (Fig. 5-6-7-8).
Questa tecnica, spiega l’artista, è sicuramente più vincolante, perché meno versatile dell’olio, ma il corso
d’incisione all’interno dell’Accademia gli offre la possibilità di cimentarsi
anche in questo campo così estraneo al suo modus
operandi.
Si presenta subito il primo
problema di carattere concettuale: tornare al segno dopo averlo abbandonato per
anni. Dai lavori ad olio nei quali si
può lavorare solo sul colore e sulle atmosfere, il pittore forza se stesso
nella riscoperta del segno e prova a creare qualcosa di interessante. Probabilmente le incisioni non
hanno la stessa carica dei lavori ad olio, ma l’uso della linea, del semplice
sfumato in bianco e nero, consente sperimentazioni anche in materia di colore.
L’esposizione personale
dell’artista si presenta in questo modo articolata ed organica: permettendo allo
spettatore di “confrontarsi” con opere figurative e puri sprazzi di colore.
La mente vaga e la fantasia
dilaga alla ricerca di significati nascosti che forse non verranno mai trovati…
e forse oggi chi va a vedere una mostra si trova spaesato dall’assenza di
titoli o spiegazioni, perché troppo abituato a seguire il pensiero di chi crea
l’opera.
Tuttavia questo permette di
ritrovare l’Arte oltre la
Storia dell’Arte.
Le opere sono rivolte soltanto
all’occhio, il quale, come affermava nel Seicento Keplero, diviene lo strumento
meccanico per riprodurre immagini, e il “vedere” diventa “raffigurare”.
Niccolò Tramontana.
Niccolò Tramontana (Foligno,
30/10/’88) si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna.
Partecipa subito al corso di
Illustrazione tenuto da Adelchi Galloni a Venezia a cura dell'Associazione
Culturale Teatrio che gli permette di condurre un corso di illustrazione per
gli alunni della scuola media I.C.G. Parini di Castel Ritaldi, presso la Biblioteca Comunale di Castel Ritaldi.
Dal 2009 inizia ad esporre i suoi
lavori, partecipando ad una mostra presso il Caffè dei Servi a Bologna e poco
dopo prende parte all'esposizione collettiva di pittura “La Maschera – Persona e
Personaggio” presso i Magazzini del Sale (Venezia) organizzata per l'edizione
2010 del Carnevale di Venezia, curata da Alberto D'Atanasio.
Continua a esporre i suoi lavori
a Bologna al LAB 16 e a Foligno (PG) presso il centro commerciale “Le Scale di
Porta Romana”, in una mostra di arti visive curata da Antonio Persichini.
A settembre 2011 organizza la sua
prima mostra personale a Foligno (PG) al Gajà Club e prossimamente esporrà a
Palazzo Stella (Genova), in occasione dell’edizione 2011 del Satura Prize, in
una mostra curata dall'associazione Satura che si aprirà dal 3 dicembre al 22
dicembre.
LA
MOSTRA
Niccolò Tramontana, mostra
personale.
Gajà Club Ristorante, Viale
Chiavellati n.8 , Foligno (PG)
Dal 30/09/2011 al 30/09/2011
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