La formazione poliedrica di
Andrea Chisesi è il risultato di un meticciato culturale che gli permette di
spaziare nei vari generi artistici che vanno dalla fotografia alla pittura,
dalla moda al cinema, muovendosi con una
disinvoltura tale da diventare, questa, la cifra caratterizzante la sua
produzione artistica in linea con una logica di contaminazione e ibridismi
linguistici.
Partendo da opere pittoriche che
rievocano un’atmosfera klimtiana, successivamente la necessità di esprimersi
per sovrapposizioni, stratificazioni materiche, aggiunte, sottrazioni e
interventi extrapittorici lo portano a continui slittamenti che rendono sempre
meno definite le tecniche usate.
La sua variegata produzione è
stata presentata il 20 settembre alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea “Montevergini”
di Siracusa con una mostra dal titolo Fuochi
e vortici siciliani rimasta aperta al pubblico fino al 7 ottobre 2012.
L’esposizione ha raccontato un
percorso fatto di sperimentazione con incursioni nel Rinascimento e nei
movimenti di primo e secondo Novecento, mutuando da un vasto vocabolario
iconografico che poi l’artista autonomamente rielabora e riconsegna sotto altra
configurazione formale. Nei lavori più recenti, la fase della fusione tra pittura
e fotografia rende tutto indefinito e frammentario pur rimanendo le due
tecniche distinte; questo tipo di fusione consta di diversi passaggi che ha
visto prima la pittura applicata sopra la fotografia, dopo la fotografia
applicata sulla pittura e, ulteriore passaggio, sulla superficie fotografica
nuovamente l’intervento pittorico, dando vita a una nuova ricerca nel campo
della sperimentazione tecnica che dà un valore aggiunto a questi lavori, dai
quali affiora la spessa crosta cromatica e il gesso di Bologna che invitano ad
osservare attentamente e ad entrare e perdersi nei meandri e nei suggestivi
labirinti formali. E’ evidente in queste opere un processo di consunzione che
fa assumere alla composizione un carattere evocativo, di echi e ricordi che rientrano
in una dimensione spazio-temporale dove è proprio il tempo che deteriora
l’immagine creando sempre più una linea di allontanamento.
La memoria assume quindi
un’importanza assoluta, diventando il contraltare di una “società liquida”
orientata verso il non duraturo e l’effimero. Sembra che l’artista si muova su
due fronti, su due posizioni di pensiero che lo vedono protagonista e testimone
di un’epoca veloce, di tracce inconsistenti, di opere fluide e, nel contempo,
custode di una storia, di una memoria della quale si comprende il peso e il
valore, e di conseguenza il timore di una sua perdita.
Diventa, per Chisesi, quasi una
sfida questo suo modo di procedere con velocità e lentezza allo stesso tempo,
cosciente della difficoltà di essere immersi in un flusso di idee, di
accadimenti, di saperi, di culture, di mentalità e di comportamenti che non
lascia niente di immutato dietro a sé. Tutto si muove troppo rapidamente,
seguendo la linea della vita ma vivendo in un’epoca in cui siamo storditi da
una ridondanza massmediale.
In quanto artista dell’oggi, egli
è proteso verso una vulcanica e insaziabile curiosità nel cogliere le istanze
del presente ma sempre con uno sguardo rivolto al passato. Difatti, alcune sue
opere immortalano volti e corpi su eleganti texture di tessuto dal sapore
medievale, altre si possono accostare alla preziosità delle icone bizantine,
altre ancora, come i disegni dove traspare una piena padronanza del gesto,
fanno intravedere un richiamo alla essenzialità delle stampe giapponesi e a
stilizzazioni decò di primo Novecento.
In questo lungo peregrinare,
fatto di attraversamenti e superamenti, con rimandi ad una sintassi
secessionista ed espressionista, all’astrattismo, alle esperienze della pittura
segnica e gestuale da un lato, e a continue ricerche autonome dall’altro,
Chisesi ha acquisito una tale abilità manuale che gli consente di passare con
sicurezza dalla sintesi formale alla pura astrazione, così come a soggetti più
elaborati anche sotto l’aspetto cromatico, senza affrancarsi da un rigore e un
controllo della forma che non rinnegano mai totalmente la figurazione anche
quando parla un linguaggio informale, come si evince dalla serie Fuochi d’artificio dove si ravvisano
tracce di figurativo, sagome appena abbozzate sotto un’esplosione di colori.
Anche la pratica del dripping fa
parte del suo bagaglio di informazioni e di stimoli, così come pennellate date
ora in maniera più libera e casuale, ora più delimitate fanno pensare,
quest’ultime, alla ricchezza musiva o policroma delle vetrate medievali, se non
addirittura alla seduzione tecnologica dei pixel.
Le incessanti incursioni che
vanno da simboli e archetipi alle citazioni e rielaborazioni del passato fino
alle più fresche sperimentazioni del presente fanno di Andrea Chisesi un artista
in continuo fermento, e la serie Vortici
è un esempio di come l’energia vitale, incontenibile e traboccante, fa
percepire “altre dimensioni”, toccando il tema della vita e della morte, ma con
leggerezza. La serie delle Icone costituisce un interessante dialogo tra religioni e culture
diverse, questa volta però spiazzandoci del tutto poiché quei corpi armati di
santi, di Gesù e della stessa Maria sono coperti da tatuaggi, da un linguaggio
convenzionale fatto di codici segreti; serie avvincente e particolare
realizzata insieme allo scrittore e artista siberiano Nicolai Lilin.
E’ figlio di una contemporaneità
che nella irrequietezza mentale trova una nuova consistenza etica.
La mostra di Chisesi ci invita a
percorrere un singolare viaggio nel caos della vita, alla ricerca di un
possibile o ipotetico ordine, che per un artista, in quanto nomade che transita
da una cultura e da una tecnica all’altra, può significare arrivare alla
propria poetica o stile. Ma per quanti traguardi si possano raggiungere, si
tratta sempre e comunque di una perenne erranza in un vasto territorio fatto di
sconfinamenti.
|
|
Fig. 1
ANDREA CHISESI, La Pietà, 2011
Acrilico, gesso di Bologna su tela, stampa
cm. 110 x 150
Collezione privata
Fig. 2
ANDREA CHISESI, Vortice e fuoco, 2012
Smalto nero su carta da spolvero, tempere, acrilico, pennarelli, cementite, foglia oro
cm. 21 x 30
Collezione privata
Fig. 3
ANDREA CHISESI, Fuoco solo, 2011
Acrilico, gesso di Bologna, olio, foglia oro
cm. 100 x 120
Collezione privata
Fig. 4
ANDREA CHISESI, Vortice rosso nero, 2010
Acrilico
cm. 110 x 110
Collezione privata
Fig. 5
ANDREA CHISESI, Maria (progetto Icone Chisesi-Lilin), 2011
Acrilico, gesso di Bologna su tela, stampa, foglia oro, gesso e pittura ad olio
cm. 100 x 120
Spazio Kolima, Open Care-Frigoriferi Milanesi, Milano
Fig. 6
ANDREA CHISESI, Sant'Andrea (progetto Icone Chisesi-Lilin), 2010
Acrilico, gesso di Bologna su tela, stampa, foglia oro, gesso e pittura ad olio
cm. 130 x 110
Spazio Kolima, Open Care-Frigoriferi Milanesi, Milano
Tutte le foto cortesia Andrea Chisesi
|